Arriva il 'codice a barre' per le opere d'arte

E' stato messo punto dal Gruppo nazionale di Geofisica della Terra Solida del Consiglio nazionale delle ricerche, il sistema che consente di dare un 'marchio' inconfondibile al nostro patrimonio culturale, limitando così l'enorme rischio di furti e traffici internazionali di opere d'arte e cloni non autorizzati.
La soluzione arriva dal ‘codice a barre' dei beni artistici ricavato dal rilievo dell'impronta ‘sonica' prodotta da ciascun manufatto dietro sollecitazioni meccaniche. Un ‘impronta' che identifica l'oggetto come le impronte digitali per l'uomo. Il principio è quello di far risuonare gli oggetti con sollecitazioni meccaniche, ad esempio con un martelletto gommato, valutando le frequenze delle vibrazioni che si producono nell'opera. Lo spettro delle frequenze può essere rappresentato in un grafico del tutto simile al codice a barre che contrassegna i prodotti al supermercato. Questa impronta identificativa può essere rilevata, senza alcuna invasività sull'opera, in materiali lapidei, metallici, lignei e ceramici.
Il sistema di rilevamento, presentato dal prof. Cosentino (Membro del Consiglio scientifico del Gruppo nazionale di Geofisica della Terra Solida del Cnr e docente presso l'Università di Palermo - Dipartimento Chimica e Fisica della Terra ed Applicazioni), è ricavato dall'applicazione di una tecnica della microgeofisica ad alta risoluzione, ed è già stato sperimentato, in collaborazione con il Centro di Restauro della Regione Sicilia, su opere come la Venere ‘anadiomene' del Museo P. Orsi di Siracusa, l'Efebo di Mozia, il Cratere dei Niobidi del V sec. a.C. nel Museo Archeologico di Agrigento, la Statua di San Michele Arcangelo di Antonello Gagini nel Museo Abatellis di Palermo e altri capolavori.
Lo strumento per il rilievo è simile a un sismografo multicanale munito di sensori che catturano le vibrazioni in diversi punti del manufatto. Il metodo, in via di brevettazione può essere utilizzato anche all'interno delle strutture museali e permette di ottenere un'impronta sonica in poche ore di lavoro e può essere utilizzato anche come tecnica di monitoraggio per il controllo delle proprietà fisiche delle opere d'arte, come lesioni, fratture e decoesioni interne. (StELIA)
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