Riccio di mare: un esemplare sorprendente

Riccio di mare: un esemplare sorprendente

Una speranza per la cura delle malattie viene dal mondo marino: da stelle di mare, molluschi e pesci possono derivare cellule muscolari, scheletriche, immunitarie, germinali, embrionali e del sangue. Un workshop europeo organizzato dall' Istituto di biomedicina e immunologia molecolare "Alberto Monroy" del Cnr di Palermo esplora le possibilità di studio e di applicazione della genomica 'marina', come quella del riccio di cui è stato recentemente sequenziato il genoma.

Lo studio delle staminali di alcuni esemplari marini lascia intravedere grandi sviluppi in campo biomedico.Al centrodell'interesse dell'Istituto palermitano sono le capacità rigenerative della stella marina e la resistenza allo stress del riccio.

"E' ampiamente conosciuto", spiega Valeria Matranga dell'Ibim,  "il comportamento della stella di mare: un braccio amputato ricresce in breve tempo; il riccio di mare invece può resistere a forti stress fisici,come la radiazione ultravioletta,e chimici,come l'inquinamento da idrocarburi e metalli pesanti delle acque marine. Inoltre, il riccio di mare ha un insospettato sistema di compatibilità tissutale,simile a quello umano. In pratica, una cellula di riccio è in grado di riconoscere dal punto di vista immunitario una cellula diversa, appartenente ad un altro riccio, tant'è che se vengono messe insieme si genera una sorta di rigetto', proprio come accade nell'uomo".

Si tratta di esempi di un sistema immunitario più complesso di quello umano, anche se simile, del quale poco si conosce e che potrebbe rivelare grandi potenzialità di applicazione in campo farmacologico e medico con indagini scientifiche che riguardano anche l'embrione.

"Grazie al sequenziamento", aggiunge la Matranga, "oggi abbiamo il primo genoma di un echinoderma clonato che contiene 23.500 geni, di cui la metà utilizzati nello sviluppo dell'embrione. Il risultato scientifico si colloca sulla scia degli studi di Alberto Monroy, cui è dedicato l'Istituto di Palermo, che nei primi anni sessanta iniziò le ricerche a livello molecolare e fu tra i primi ad estrarre l'RNA dall'uovo di riccio di mare".

Gli studi embriologici sul riccio riservano molte sorprese e non mancheranno di stupire ancora i ricercatori: sono stati identificati geni tipici del sistema sanguigno, endocrino, nervoso, muscolare e scheletrico e si è scoperto che nonostante l'ovvia differenza esterna, l'uomo e il riccio di mare utilizzano gli stessi geni e molti dei meccanismi di regolazione simili. Inoltre, il riccio presenta caratteristiche inaspettate,come la complessità del suo sitema immunitario, che contiene circa il doppio dei geni rispetto all'uomo. Nel suo genoma, poi, sono stati trovati i geni per alcune malattie, come la distrofia muscolare; foto-recettori presenti anche negli occhi umani, per distinguere la luce e il buio, ma anche geni associati all'udito, all'equilibrio e al gusto.

"Esponendo cellule immuno-competenti del riccio di mare Paracentrotus lividus (la specie mediterranea) a stress fisici (alta temperatura o radiazioni UVB), abbiamo dimostrato la possibilità di aumentare alcuni tipi cellulari e di ottenere la sintesi di molecole interessanti dal punto di vista farmacologico come il Tumour Necrosis Factor -TNF alpha. Questo fattore insieme con altre proprietà antibatteriche e antivirali,potrebbe avere un certo interesse per sviluppi biotecnologici nella produzione di nuovi farmac
i".

Il workshop "Stem cells in marine organisms", che si è tenuto il 27 e il 28 novembre, ha l'obiettivo di dare un impulso a questo filone di ricerca. (e.f.)


Per informazioni:
Dr.ssa Valeria Matranga - Ibim del Cnr - tel. 091.680.95.51 / 550 / 526

matranga@ibim.cnr.it - lab526@ibim.cnr.it


Redazione

c/o COINOR: redazionenews@unina.it |redazionesocial@unina.it

F2 Magazine – Università degli Studi di Napoli Federico II testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli. Aut. n. 41 del 5/11/2019