Il fotografo Mimmo Jodice diventa architetto

Il fotografo Mimmo Jodice diventa architetto

Con un lungo ed emozionato scroscio d'applausi la platea dell'Aula Magna Storica dell'Ateneo ha festeggiato il conferimento della laurea honoris causa a un grande nome della fotografia.

Giovedì 16 novembre 2006, la Federico II ha conferito a Mimmo Jodice l'importante riconoscimento, laureando il fotografo napoletano in Architettura.

Un riconoscimento che arriva, come hanno sottolineato il rettore Guido Trombetti, il preside della Facoltà di Architettura, Benedetto Gravagnuolo e il professore Cesare De Seta nella sua laudatio accademica, dopo tanti prestigiosi premi ma che per la prima volta viene conferita ad un fotografo italiano.

"Bisogna tornare a due anni fa – ricorda il rettore – quando l'Ateneo decise di conferire al portoghese Álvaro Siza, un altro grande della fotografia mondiale, lo stesso riconoscimento".

"La laurea honoris causa in Architettura – ha ricordato De Seta – è un riconoscimento che sottolinea il rapporto privilegiato e speciale che Mimmo Jodice ha sempre avuto con l'architettura. Ma sarebbe pretenzioso ridurre la fotografia di Jodice esclusivamente a quella di architettura. Jodice è, ed è sempre stato, fin dai primi passi mossi negli anni '60 con la fotografia sociale, un fotografo completo e a tutto campo. Con una formazione da autodidatta, fuori dagli schemi accademici, Jodice ha trovato il filo conduttore della sua arte nella realtà di una città come Napoli, raccontando in foto dal sacco urbanistico della città all'arretratezza storica del Mezzogiorno. E ha trovato la cifra distintiva della sua attività nella modernità".

A sottolineare il rapporto stretto e inscindibile tra Napoli e la sua fotografia, lo stesso Jodice che nella sua città natia ha deciso di restare, sempre. "Una scelta che ha certamente pesato in alcuni momenti della mia vita, ma che mi ha dato forte ispirazione creativa", ha sottolineato Jodice nella sua Lectio accademica dai toni intimistici.
Un racconto della sua vita artistica che ha percorso tutte le tappe. Dai primi passi, nel 1962, mossi insieme alla sua sposa Angela, con la quale ha diviso simbolicamente il riconoscimento, quando "la nostra camera da letto era anche la mia camera oscura" fino al riconoscimento della laurea honoris causa. Un percorso sempre condizionato dal filo rosso dell'inquietudine, che non l'ha mai abbandonato, ha ricordato Jodice, e dalla paura che, andando a ritroso nel passato, non può evitare di associare ai ricordi dell'infanzia, al suono delle sirene che durante la seconda guerra mondiale annunciavano di mettersi al riparo.

Dopo il premio, Jodice presenterà il suo volume Città Visibili edito da Charta Edizioni, alla Biblioteca Nazionale alle 17.00, per poi passare alle 18.30 nella Sala Dorica di Palazzo Reale dove inaugurerà l'omonima mostra. Visitabile fino al 26 novembre, esporrà 50 scatti in bianco e nero del fotografo realizzati nel corso di un ventennio. (a.m.)


Redazione

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