Perde il primato l'asteroide che provocò l'estinzione dei dinosauri

I dati raccolti la scorsa estate dal satellite della Nasa 'Grace', hanno rivelato che l'asteroide che colpì la Terra circa 65 milioni di anni fa, e che causò l'estinzione dei dinosauri e di tutte le altre specie viventi del Globo non è stato, nel corso della storia della Terra, il primo di tale portata distruttiva.
Secondo il gruppo di ricercatori dell'Università dell'Ohio, guidati dal geologo Ralph von Frese, grazie alla sonda spaziale 'Grace' è stato possibile confermare che il nostro Pianeta avrebbe vissuto la sua prima apocalisse molto tempo prima, ossia 250 milioni di anni fa. Non a caso, un cratere di ben 450 chilometri di diametro, risalente proprio a quel periodo, è stato scoperto sotto il ghiaccio in Antartide (Polo Sud) nella Wilkes Land.
La profonda voragine è senza dubbio il frutto dell'impatto con un enorme asteroide che, tra il Giurassico e il Permiano, distrusse oltre il 90% della vita terrestre. In passato si riteneva che il cratere rinvenuto nella penisola dello Yucatan (Messico) fosse il più grande, il primato spetta ora a quello in Antartide, la cui scoperta ha indotto gli studiosi ad ipotizzare l'esistenza di molti altri crateri presenti sul suolo terrestre, le cui tracce vengono continuamente cancellate dai fenomeni erosivi.
Se per certi versi il ghiaccio, che fino ad ora ha custodito il segreto dell'impatto, ha contribuito a conservare intatta questa importantissima testimonianza del passato, per altri, il suo notevole spessore ne impedisce l'accesso diretto.
Per far fronte a tale difficoltà, i geologi hanno deciso di spostare il focus delle ricerche verso Est, nell'oceano, dove si suppone che l'asteroide abbia proiettato, nel corso dello scontro con il nostro Pianeta, alcuni consistenti residui. Le maggiori curiosità degli scienziati riguardano la scoperta delle dinamiche che, dopo la fine, hanno consentito nuovamente la rinascita della vita, su quello specialissimo Pianeta della Via Lattea chiamato Terra. (al.in.)
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