Battaglia staminali

Il 16 giugno scorso l'Unione europea ha dato il via libera al finanziamento delle ricerche sulle cellule staminali embrionali. Escluse tuttavia dalla mozione approvata dal Parlamento di Strasburgo la clonazione riproduttiva, la creazione ex novo di embrioni umani per finalità di ricerca e le procedure di modifica ereditabili del genoma umano. Questi divieti, che impediscono una ricerca indiscriminata, manifestano la chiara volontà dell'Unione Europea di operare in linea con la salvaguardia del grande valore della vita consentendo però allo stesso tempo di far progredire la ricerca scientifica. Poco più di un mese dopo, il 19 luglio, con 152 voti favorevoli, 150 contrari ed un astenuto, il Senato della Repubblica Italiana ha approvato la risoluzione europea sulle staminali aderendo ad uno dei punti chiave del ‘Settimo Programma quadro su ricerca e sviluppo tecnologico'.
Con tale adesione il nostro governo si è impegnato a sostenere sotto il profilo finanziario la ricerca scientifica tesa ad individuare la possibile produzione di cellule staminali totipotenti non derivate da embrioni e a verificare la possibilità di ricerca sugli embrioni crioconservati non impiantabili. L'Italia si è impegnata inoltre a favorire iniziative comunitarie che consentano di innalzare il livello di educazione scientifica della popolazione promuovendo politiche di partecipazione attiva dei cittadini in relazione a quelle scelte che possono avere conseguenze rilevanti per la loro vita e quella delle generazioni future.
Con grande entusiasmo Franco Salvatore, docente di Biochimica Umana alla Federico II e direttore del Ceinge-Biotecnologie avanzate, ha accolto prima la decisione del Ministro dell'Università e della Ricerca Fabio Mussi di ritirare la firma dell'Italia dal cosiddetto ‘blocco etico', di cui fanno parte Austria, Germania, Polonia, Slovacchia e Malta, e successivamente la risoluzione di Palazzo Madama. ‘Il settimo Programma quadro – commenta Salvatore – riconosce l'importanza di comprendere i meccanismi che stanno alla base del differenziamento delle cellule totipotenti il cui enorme potenziale resta ancora oggi inesplorato'.
‘Credo che la mozione approvata dal Senato possa aiutare ad esaminare in maniera più serena ed obiettiva il delicato tema della ricerca sulle staminali' – si esprime in tal modo, Gabriella Minchiotti ricercatrice presso l'Istituto di Genetica e Biofisica ‘Adriano Buzzati Traverso' del CNR di Napoli.
In fermento immediato le forze cattoliche che si appellano alla legge 40 e al risultato del Referendum del giugno 2005 che la riguardava. In particolare il quotidiano dei vescovi ‘Avvenire', la loro Agenzia di stampa Sir, l'associazione ‘Scienza e vita' ed il responsabile Cei per la vita Mons. Giuseppe Anfossi hanno criticato duramente il comportamento dei cattolici di sinistra credendo che un accordo trasversale tra cattolici avrebbe potuto impedire l'approvazione di una mozione che non tiene conto del valore della vita in relazione a cui non possono esistere mediazioni e com
promessi di alcun genere. In linea con il mondo cattolico anche Enrico Di Salvo docente ordinario di chirurgia alla Federico II e direttore del Cirb (Centro Interuniversitario di Ricerca bioetica) che ha affermato: ‘Come presidente del Cirb non mi esprimo, ma personalmente sono completamente in disaccordo con la decisione del Senato'.
Quella della ricerca sulle staminali rappresenta senza dubbio una questione delicata e controversa che non solo oppone le forze cattoliche a quelle laiche ma contrappone anche diverse scuole di pensiero nell'ambito della stessa ricerca scientifica. Ma per procedere, per andare avanti le parole chiave non possono che essere intesa e accordo realizzate sulla base della considerazione e del rispetto reciproco di tutte le forze in campo. (al.in.)
Redazione
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