Le tifose di calcio sono tante, colte e sanno anche giocare

È tempo di Mondiali di Calcio e il gioco che appassiona milioni di tifosi diventa oggetto di studio. L'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino ha analizzato il rapporto tra donne e calcio.
Un tempo, come diceva Rita Pavone in una sua famosa canzone, le donne rimanevano sole la domenica mentre i compagni andavano allo stadio, ma dal '68 ad oggi i costumi del nostro Paese sono molto cambiati. "L'universo femminile", spiega Maria Paola Graziani, psicologa dell'Isa, "è stato per decenni, fino agli anni '60, rappresentato da casalinghe, madri o al massimo insegnanti di materie letterarie. Insomma, donne di casa. Dagli anni ‘60 in poi abbiamo assistito a una variazione di panorama e a un'integrazione: le donne divengono professioniste, personale dell'esercito, della municipalità, giornaliste, modelle e attrici. La donna esce quindi dai confini delle etichette preconfezionate, reinventa stili e tradizioni e, perché no, oltrepassa anche i cancelli degli stadi".
Questo mutato interesse delle donne nei confronti del calcio è molto significativo, basti pensare che esistono addirittura quaranta club di supporter al femminile, con tanto di associazione, l´Anfissc, che ogni domenica affollano gli stadi italiani per seguire la loro squadra del cuore. La tifosa-tipo ha un'età compresa tra i 25 e i 45 anni e con un livello di istruzione medio alto, spesso è stata coinvolta nella passione per il pallone da un fratello, un fidanzato o un padre particolarmente tifosi. Tutte tengono a precisare che non sono interessate all'avvenenza estetica dei calciatori, ma allo spettacolo calcistico e hanno una preparazione sull'argomento tale da poter discutere tranquillamente con gli uomini di fuorigioco e tattica.
"Il football, oltretutto", prosegue Graziani, "è uno sport che permette di rappresentare gran parte della ricchezza sensoriale: dai segnali simbolo d'identità e appartenenza (i colori della squadra) ai colori di tribune, divise, arena di gioco, stendardi, sciarpe. Tutto è al servizio di emozioni e sinestesie cromatiche e sonore (inni e canti degli ultrà), in un recupero di relazioni fra i corpi non più divisi dai sessi ma uniti dal progetto della squadra".
Tutto ciò deve avere un grande appeal per l'universo femminile dal momento che, secondo un sondaggio della Doxa, circa il 37% del totale dei tifosi è costituito proprio da donne. Nella graduatoria delle preferenze c'è la Juventus con ben il 31%, seguita dall'Inter (22,2%), Milan (16,4%), Roma (6%), Napoli (4,2%) e Lazio (3,5%).
Altro aspetto interessante è che molte di loro a calcio sanno anche giocare. "Ben vengano le atlete anche nel calcio", conclude Graziani, "purché il pallone non le allontani troppo dal modello arcaico ma ancora valido del contenimento, del perdono, del rifiuto della vendetta, elementi che fanno dell'universo femminile quella parte eroica del mondo che a fatica sopravvive in tanta distruttiva competizione virile". (e.f.)
Per informazioni:
Maria Paola Graziani - Isa del Cnr di Avellino - tel.0825.29.93.12
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