Quando sei nato veramente?

"L'embrione umano? Per il 38% dei ragazzi è un essere vivente degno di rispetto, il 27% lo ritiene "uno di noi" ai primi stadi, il 17% pensa sia una sostanza vivente, il 14% invece un grumo di cellule in espansion. (…) un'indagine dell'Istituto di ricerca sull'impresa e lo sviluppo (Ceris) del Consiglio nazionale delle ricerche, circa 200 studenti dai 16 ai 18 anni, appartenenti a 10 scuole italiane ed europee" (Il Gazzettino, 14 marzo 2006).
Oltre 600 miliardi di cellule e 260 tipi di tessuti. Ecce Homo. E tutto ha inizio da un pugno, non più grande di un granello di sabbia, di cellule staminali. Si tratta delle ormai note cellule staminali embrionali, che compaiono a 5-6 giorni dal concepimento e da cui, per divisione e differenziazione, si originano tutti gli organi del nostro corpo. E che si stanno studiando, insieme agli altri due tipi esistenti (staminali adulte e germinali), nella speranza di poterle un giorno mettere al servizio della scienza, controllando i processi di riparazione e rigenerazione che compiono di continuo. Mentre tutte le religioni permettono di usare staminali della placenta, del cordone ombelicale e adulte, l'estrazione di quelle embrionali su cui compiere esperimenti, comporta la fine dell'embrione umano da cui sono tratte. Ma quando l'embrione passa da mucchietto di cellule a sede di vita? Quando è considerabile essere umano, da tutelare come tale? E' questa la questione morale a reclamare spazio su banchi di laboratorio e cattedre di auditorium dal 1998, anno in cui James Thomson isolò per primo staminali embrionali umane.
Gli embrioni umani "cavia" dei ricercatori sarebbero quelli "avanzati" da una fecondazione assistita (di solito avanzano quattro embrioni per paziente), stipabili nei congelatori. Questi embrioni sottozero potrebbero utilizzarsi ai fini di ricerca o sperimentazione?
In Italia l'attualmente vigente legge 40 del febbraio 2004 lo nega, consentendo il congelamento in rarissimi casi ed escludendo in modo categorico l'opportunità di usare per la ricerca embrioni creati in questi anni con la fecondazione in vitro. Se un'embrione sia una poltiglia o una persona e in quale preciso istante - dalla fusione iniziale dello spermatozoo e dell'ovocita a formare la prima cellula, lo zigote - avvenga la conquista dell'identità umana, è questione ancora aperta.
Secondo Monsignor Elio Sgreccia, presidente della Pontificia accademia per la vita, l'embrione è "persona" da quando l'ovulo è fecondato, in quanto in grado di diventare un essere umano, e lo stesso Papa Giovanni Paolo II nella sua undicesima enciclica Evangelium Vitae ha condannato la ricerca sugli embrioni. L'attuale Pontefice, nel Documento Ratzinger emanato nel 1987 dalla Congregazione per la dottrina della fede di cui era Cardinale Prefetto, parlava di essere umano dal momento del concepimento, sebbene, come ricorda l'embriologa inglese Ann McLaren, occorrano effettivamente 24 ora per la fecondazione, dal momento del concepimento. Tuttavia Peter Singer, che insegna Bioetica a Princeton ed è autore tra l'altro del saggio Creating Embryos, fa notare che anche ovociti e spermatozoi sono potenzialmente capaci di diventare esseri umani, e a questo punto distruggerli (attraverso ad esempio le invalse tecniche di contraccezione) dovrebbe essere dichiarato grave come distruggere embrioni.
L'anima è presente nel seme maschile anche per i buddisti e gli induisti, per i quali distruggere un embrione è immorale. Tuttavia l'induismo contempla il sacrificio
di una vita umana in nome di un riconosciuto bene superiore e quindi in India la ricerca sulle staminali è ben messa. Alcuni buddisti sostengono poi che, nell'ottica della reincarnazione, l'anima abbia facoltà di scegliere in cosa reincarnarsi e difficilmente sceglie la reincarnazione in un embriopne "di scarto", che può quindi essere distrutto a cuor leggero. Secondo la stragrande maggioranza dei buddisti, comunque, distruggere un embrione (in qualsiasi momento del suo sviluppo) è fare del male a un essere vivente, quindi proibito.
Singer aggiunge che l'Homo Sapiens è colui che è dotato di consapevolezza, razionalità, senso morale e autonomia. L'embrione non possiede cervello, non è mentalmente superiore e non ha sistema nervoso, quindi non ha più diritto alla vita di un cane, di una mucca o di una lattuga.
Per San Tommaso d'Aquino (mai sconfessato dalla Chiesa Cattolica), Dio introduce l'anima gradatamente nel feto, prima quella vegetativa (dei vegetali), poi quella sensitiva (degli animali) e poi quando il corpo è già formato, quella razionale (Summa Theologiae). L'embrione è dotato solo di anima sensibile e quindi non è un essere umano. Sant'Agostino riteneva che un corpo che non avesse carne non avesse capacità di sentire e che quindi non avesse anima, e legittimava l'aborto fino a quando la madre non avvertisse i movimenti del feto (…) - momento in cui la formazione della carne doveva aver avuto inizio (circa 35 giorni dopo il concepimento). Ciò indusse all'inizio del 1200 Innocenzo III a identificare l'inizio della vita proprio con i movimenti del feto. Si noti che per la prima legge canonica che mettesse per iscritto che l'aborto fosse omicidio già dal momento del concepimento si dovette attendere fino al 1917.
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Stefano Pisani
allievo MasterCodiS
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