Parte dall'Ateneo la speranza per i malati di sclerosi multipla

Parte da Napoli e dall'Ateneo la speranza nel campo della sclerosi multipla. Un gruppo di ricercatori della Federico II ha arrestato la progressione della malattia nei topi mediante il sequestro del cosiddetto ormone "spezza fame", la leptina.
Gli esperimenti, realizzati presso le strutture del Nuovo Policlinico, sono stati condotti da un pool di giovani studiosi guidati da Giuseppe Matarese, ricercatore del gruppo Immuno-endocrinologo dell'Istituto di endocrinologia e oncologia sperimentale del CNR, e supportati da specialisti della Federico II: Serafino Zappacosta, titolare della cattedra di Immunologia del Dipartimenti di Biologia e Patologia cellulare e molecolare e il neurologo Pietro Carrieri.
Malattia autoimmune del sistema nervoso centrale, la sclerosi multipla è causata da una reazione immunitaria impropria che distrugge la guaina isolante di mielina che riveste e protegge i neuroni e che svolge un ruolo fondamentale nella trasmissione dei segnali nervosi. La graduale perdita della mielina crea progressive difficoltà motorie sempre più gravi. I ricercatori del gruppo della Federico II hanno notato che l'ormone della leptina, prodotto principalmente dalla cellule adipose e con importanti funzioni nel controllo dell'appetito, è attivo anche nel cervello e presente in concomitanza di lesioni infiammatorie attive nel sistema nervoso dei pazienti e dei topolini malati.
Bloccando l'ormone della leptina nei topolini la malattia non progredisce e si riduce la presenza delle cellule immunitarie implicate nella patologia.
Una scoperta che suggerisce nuove vie per tenere sotto controllo l'avanzare della malattia e che apre nuove speranze per tutti i malati di sclerosi multipla, patologia che si manifesta in genere tra i 18 e i 45 anni e che colpisce, in Italia, 50 persone ogni 100 mila abitanti.
La ricerca, partita nel 1998, alla quale hanno collaborato anche due giovani dottorandi, Veronica De Rosa e Claudio Procaccino, è stata finanziata dalla Fondazione italiana per la sclerosi multipla con oltre 150 milioni delle vecchie lire.
I risultati ottenuti, di interesse mondiale, sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Investigation (www.jci.org). (a.m.)
Per informazioni:
www.jci.org
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