Sud Italia e Balcani al tempo di guerra

Sud Italia e Balcani al tempo di guerra

Si è svolto nell'Aula Magna storica dell'Ateneo il meeting internazionale 'Guerra e Resistenza nel Mediterraneo 1943-45', organizzato sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica in occasione del sessantesimo anniversario della Liberazione e del sessantaduesimo delle Quattro giornate di Napoli.

Il convegno, promosso tra gli altri dal Dipartimento di Discipline Storiche 'Ettore Lepore' della Federico II, focalizza l'attenzione sul periodo post bellico successivo all'armistizio dell'8 settembre 1943, in un confronto che vede impegnati studiosi italiani, tedeschi, albanesi e jugoslavi sui temi della resistenza che si sviluppò subito dopo questa data.

L'analisi prende in considerazione in particolar modo l'area geografica che va dall'Italia meridionale, all'Albania fino alle Isole greche, nelle quali nacque la resistenza militare e civile che diede luogo allo scontro o alla collaborazione tra italiani, tedeschi, albanesi, greci, inglesi e americani.

I lavori, introdotti dal professor Guido D'Agostino (cfr. sua intervista pubblicata nella sezione 'in ateneo', ndr), sono iniziati con la relazione del professor Enzo Collotti sull'occupazione italiana nei Balcani. 'L'aspetto paradossale dell'occupazione di un'area così vasta come quella dei Balcani 'ha spiegato Collotti- è che le forze armate italiane non erano in possesso dei mezzi necessari all'impresa, finendo per risultare disperse sul territorio'.
'Ancor oggi 'ha proseguito il docente- non è possibile delineare quali fossero le strategie di lungo periodo che il governo fascista intendeva perseguire con l'impiego di militari nell'area, la cui occupazione rispondeva tra l'altro all'obiettivo immediato di contrastare l'espansione tedesca'. (apis)


Redazione

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