Pazienti oncologiche, ora si crioconserva l'ovocita

Le donne che sono costrette a sottoporsi a cure contro il cancro corrono spesso il rischio di restare infertili. Per gli uomini è prevista la possibilità prima della terapia di crioconservare il seme, mentre non è ancora diffuso un protocollo analogo per le pazienti di sesso femminile.
Le ragioni di questa diversità di trattamento si spiegano con le difficoltà di crioconservare gli ovociti rispetto al seme maschile. Presso l'Università degli Studi di Torino è stata sviluppata una tecnologia di conservazione che sfrutta la fertilizzazione in vitro mediante microiniezione dello spermatozoo nel citoplasma degli ovociti.
'Il Centro di Medicina della Riproduzione del Dipartimento Universitario di Discipline Ginecologiche ed Ostetriche dell'Università di Torino -spiegano i ricercatori torinesi- conduce un protocollo di ricerca in cui viene data la possibilità di prelevare ovociti e biopsie di corticale ovarica prima del trattamento oncostatico, crioconservarli per anni sino alla guarigione dal cancro ed impiegarli successivamente per ottenere una gravidanza nel caso la paziente risultasse infertile a causa delle terapie subite'.Questa procedura ha sinora permesso la nascita di circa 100 bambini da ovocita scongelato in tutto il mondo. (apis)
Redazione
c/o COINOR: redazionenews@unina.it |redazionesocial@unina.it
F2 Magazine – Università degli Studi di Napoli Federico II testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli. Aut. n. 41 del 5/11/2019