Parte il progetto ITER

Parte il progetto ITER

Dopo un estenuante braccio di ferro fra Europa e Giappone per la sua localizzazione, parte finalmente il progetto ITER (www.iter.org).
La macchina ha lo scopo di dimostrare la fattibilità tecnologica di un reattore basato sulla fusione nucleare, aprendo la strada ad una fonte inesauribile di energia, intrinsecamente sicura e con accettabile impatto ambientale. Verrà costruita in Europa e precisamente a Cadarache, in Provenza, con la collaborazione di Stati Uniti, Russia, Giappone, Cina, Sud-Corea, oltre all'Europa.
Il costo complessivo dell'esperimento è stimato in 10 miliardi ', dei quali circa 5 per la costruzione (che durerà 10 anni) e i rimanenti per l'operazione (che durerà almeno 20 anni).

E' inutile sottolineare il significato politico di una così vasta collaborazione internazionale, che vede ancora una volta la scienza e la tecnologia come unico elemento concretamente unificante e pacifista, in un mondo diviso da interessi economici, militari, religioni, pregiudizi razziali, ecc.
Da un punto di vista tecnico-scientifico le attività progettuali di ITER sono in corso da oltre un decennio e negli ultimi anni procedevano giocoforza a rilento a causa della difficoltà di trovare un accordo fra i partners per la localizzazione e la ripartizione dei costi, ora finalmente trovato con l'intesa siglata a Mosca il 28 giugno.

La nostra università, attraverso il Consorzio di ricerca CREATE (create.unina), partecipa da anni alle attività progettuali di ITER promosse dall'Unione Europea ed il gruppo di ricercatori coordinati dal CREATE costituisce una realtà consolidata ed un riferimento per alcuni settori di competenza, fra cui la modellistica elettromagnetica del plasma, il controllo in controreazione del plasma, l'analisi elettromagnetica tridimensionale delle strutture, la modellistica dei magneti superconduttori.
E' pertanto facile prevedere che la partenza concreta partenza di ITER si tradurrà in interessanti opportunità di lavoro per i più preparati, brillanti e motivati fra i nostri giovani ingegneri.

Vincenzo Coccorese



Redazione

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