Raccontare il lato oscuro dell'anima in città con Maurizio de Giovanni
Che rapporto c'è tra il lato oscuro dell'anima, quella dei protagonisti, e la città, corpo di tutti i suoi cittadini, con un'anima scissa tra bene e male, paradiso e inferno?
Se ne parlerà giovedì 17 dicembre 2015 dalle 10 alle 12, presso l'Aula Pessina della Federico II Edificio centrale, Corso Umberto I, 40, con Maurizio de Giovanni al secondo appuntamento del ciclo di seminari sulla scrittura di noir e gialli dal titolo Raccontare il lato oscuro dell'anima camminando in città, coordinato da Pasquale Sabbatino. L'iniziativa è promossa da F2 Cultura, progetto della Federico II per le scuole e la cittadinanza.
I lavori saranno aperti dai saluti di Gaetano Manfredi (Rettore dell'Università Federico II), Arturo De Vivo (Prorettore Ateneo federiciano), Edoardo Massimilla (Direttore Dipartimento Studi Umanistici), Maria Filippone (Dirigente scolastico del Liceo Antonio Genovesi di Napoli) e introdotti da Matteo Palumbo (docente di Letteratura italiana).
Se durante il primo incontro Maurizio de Giovanni ha illustrato agli studenti le differenze tra racconto e romanzo, stavolta lo scrittore si soffermerà sull'ambientazione delle storie e sui luoghi dell'anima.
«Ho voluto inserire nel titolo del seminario "camminando in città" – dichiara de Giovanni – perché il luogo metropolitano è un posto stranissimo da raccontare, è un posto che più viene raccontato e meno si arriva a capirlo perbene. E un posto come Napoli lo è in particolare. Napoli è la città più stereotipata del mondo, dove tutto è il contrario di tutto. Siamo passati da uno stereotipo ad un altro, di volta in volta questa città è stata raccontata in una chiave che si è preteso essere l'unica possibile. Napoli è pizza e mandolino, è la valigia di cartone degli immigrati ed emigranti, è Napoli Milionaria, è quella della Pelle di Malaparte. Napoli è quella di Rosi o di Bellavista, è la città cialtrona che si arrangia. Napoli è Gomorra. Ci sono, quindi, varie maniere per raccontare Napoli e nessuna di esse è sbagliata. Questa è l'unica città che ha la periferia in centro e non c'è quartiere che non abbia il suo contrasto. Ma i contrasti di Napoli danno luogo ad una possibilità narrativa senza precedenti. La sovrapposizione di luoghi così fortemente connessi e, allo stesso tempo, così fortemente separati nella stessa città è il paradiso per uno scrittore».
Autore di racconti e romanzi che hanno come epicentro la Napoli degli anni Trenta e quella contemporanea, de Giovanni dimostrerà come esplorare e raccontare il labirinto dell'anima che si riflette nel groviglio della città, trasformando il teatro di Napoli in teatro del mondo. «Napoli occupa un ruolo essenziale – afferma Matteo Palumbo – nella narrativa di Maurizio de Giovanni. I quartieri della città, i loro abitanti, la suggestione delle singole feste, il cibo e le pietanze speciali che le accompagnano, l'atmosfera stessa delle stagioni, compongono lo scenario in cui si svolgono le vite addolorate di tutti i personaggi. Questi fattori si mescolano con le storie di ciascuno di loro e si intrecciano con i loro stessi destini. I personaggi respirano l'aria di Napoli e ne assorbono ogni elemento. Il commissario Ricciardi, che sente le voci dei morti e raccoglie il loro ultimo lamento, diventa il testimone che prende sulle sue spalle il peso di un mondo e cerca di dargli pace».
La città è il protagonista collettivo, l'insieme unitario, pure nelle diversità, dei suoi abitanti. «E se Napoli è un sol corpo umano-sociale – spiega Pasquale Sabbatino – con le sue stanze dell'anima dove si cerca il bene ma si trova il male, allora la città reale diviene simbolo della condizione dell'umanità, un modo per raccontare la vita ordinaria degli uomini, una scelta narrativa per rappresentare l'inferno quotidiano della modernità. Nel caso di Maurizio de Giovanni Napoli non è solo il luogo in cui sono ambientati i romanzi, il luogo con squarci di paesaggio, strade maestre e budelli di vicoli, stagioni e colori, odori e fetori, silenzi e rumori, grida dei venditori e urla di rabbia, lacrime di gioia e pianti di dolore, ma è il protagonista tra i protagonisti. Un Personaggio vivo, con la sua anima che guarda al bene e cade nel male, si sforza di volare verso l'alto e precipita nel baratro, mostra il lato chiaro e viene assalita dal lato oscuro».
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