Napoli e Alfonso il Magnanimo nella poesia di Porcelio de' Pandoni

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Si terrà giovedì 26 novembre alle 15.30, presso il Dipartimento di Studi Umanistici – Università di Napoli Federico II, aula F, il secondo incontro relativo al ciclo di seminari Il canto della Sirena. Seminari napoletani di letteratura umanistica e rinascimentale, curato dai docenti dell'Università Federico II Giuseppe Germano, Antonietta Iacono e Pasquale Sabbatino insieme a giovani studiosi (Vincenzo Caputo, Gianluca del Noce, Vera Tufano). La relazione, tenuta da Antonietta Iacono, sarà incentrata sulla attività letteraria di Porcelio de' Pandoni ("Napoli e Alfonso il Magnanimo nella poesia di Porcelio de' Pandoni: canto e palinodia di un umanista").

«Il più antico dei poemi epici composti da Porcelio de' Pandoni per i re aragonesi – dichiara Antonietta Iacono, docente di Letteratura latina medievale e umanistica presso l'Università Federico II – fu il Triumphus Alfonsi, un componimento storico-encomiastico scandito in tre canti, rispettivamente di 168, 450 e 100 esametri, secondo un gusto che può essere definito senz'altro tipico di questo poeta. La narrazione ripercorre nel primo canto le imprese compiute dal sovrano in epoca immediatamente precedente il suo ingresso trionfale in Napoli; nel secondo canto descrive in dettaglio  il trionfo vero e proprio; e nel terzo canto, infine, imbastisce una laus Alfonsi cui fa seguito la promessa di un futuro e più impegnativo poema epico che ne celebri la vita e le gesta. Ne risulta una organica celebratio perseguita attraverso la scelta di una privilegiata sequenza narrativa, che identifica nei 168 esametri del primo canto la porzione propriamente epica dell'opera, focalizzata sull'assedio di Napoli e sulla definitiva sconfitta dell'ultimo baluardo della resistenza antispagnola; accoglie nel secondo canto dedicato per intero alla vivida descrizione del trionfo di Alfonso la sezione più propriamente encomiastica e celebrativa dell'opera; e si chiude con il terzo canto, di soli 100 esametri che, focalizzato sostanzialmente sulla dedica dell'operetta al sovrano, finisce per dare voce all'accorata richiesta del poeta di essere accolto a corte».

Simbolo di tradizione sapienziale e richiamo alle origini greche della città, il mito di Partenope, la sirena sul cui sepolcro sarebbe sorta la città di Napoli, rappresenta uno dei principali fattori identitari per i protagonisti dell'Umanesimo e del Rinascimento napoletano. Questo ciclo di seminari intende mettere in luce e valorizzare caratteri, aspetti e protagonisti della cultura umanistico-rinascimentale di ambito partenopeo e, più in generale, meridionale, avvalendosi della partecipazione di esperti e studiosi del settore.

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