Possibile riposizionamento di un farmaco antipsicotico per il trattamento dell’epilessia
Possibile riposizionamento di un farmaco antipsicotico per il trattamento dell’epilessia
L’epilessia è uno dei disturbi cerebrali più comuni e invalidanti, che colpisce circa l’1% della popolazione di tutte le età, spesso con concomitanti problemi psichiatrici e neurocognitivi. Nonostante siano disponibili diverse classi di farmaci anticonvulsivanti (ASMs), nel 30% dei pazienti le crisi epilettiche risultano farmacoresistenti cioè non adeguatamente controllate. L’individuazione di nuovi meccanismi d’azione per ASMs rappresenta quindi un’esigenza cruciale. Tra questi, l’attivazione dei canali del potassio voltaggio-dipendenti Kv7 espressi nei neuroni e coinvolti in forme geneticamente-determinate di epilessie ad esordio neonatale infantile è di particolare interesse; purtroppo, l’unico farmaco finora approvato per il trattamento dell’epilessia dell’adulto che agiva con tale meccanismo d’azione (denominato retigabina) è stato recentemente ritirato dal mercato per tossicità indipendenti dal meccanismo d’azione.
Attraverso un approccio multidisciplinare che ha combinato tecniche di screening farmacologico ad alta capacità, metodiche elettrofisiologiche, modellistica molecolare e studi su modelli animali, il gruppo di ricerca coordinato dal professor Maurizio Taglialatela insieme ai professori Francesco Miceli e Vincenzo Barrese, alla ricercatrice Natascia Guida, alla post doc Lidia Carotenuto ed alla dottoranda Giusy Carleo della sezione di Farmacologia del Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Riproduttive e Odontostomatologiche dell'Università Federico II, ha identificato (tra oltre 8000 molecole biologicamente attive) una molecola denominata JNJ-37822681 (JNJ), originariamente sviluppata come antipsicotico, come potente attivatore dei canali Kv7. Il JNJ, attivando i canali Kv7, riduce l’attività elettrica di neuroni differenziati da cellule umane ottenute da soggetti di controllo e da pazienti con mutazioni nei canali Kv7. Il lavoro ha anche dimostrato che il JNJ esercita un’attività anticonvulsivante in due modelli animali di convulsioni molto utilizzati per lo screening di ASMs.
In conclusione, questi dati suggeriscono che il JNJ, molecola già dimostrata essere sicura nell’uomo, rappresenti un promettente farmaco per il trattamento dell’epilessia, con particolare riferimento a quel 30% di pazienti epilettici che presentano comorbidità psichiatriche o su base genetica.
I risultati di tale studio sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista British Journal of Pharmacology.
Lo studio, finanziato anche dal Progetto di Partenariato Esteso di Neuroscienze e Neurofarmacologia MNESYS, di cui l'Università Federico II coordina lo Spoke 3, ha visto la collaborazione di ricercatori delle Università di Salerno, della “Magna Graecia” di Catanzaro, di Anversa (Belgio) e dell’Istituto Fraunhofer (Germania).
The fast-dissociating D2 antagonist antipsychotic JNJ-37822681 is a neuronal Kv7 channel opener: Potential repurposing for epilepsy treatment
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