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Il Registro TOSCA sullo scompenso cardiaco, una realtà Federiciana

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Da pochi giorni è stato pubblicato uno studio della equipe del professore Antonio Cittadini, Professore Ordinario di Medicina Interna dell'Università Federico II, e coordinatore del Registro Internazionale sullo scompenso cardiaco T.O.S.CA., sulla prestigiosa rivista European Journal of Preventive Cardiology, della Società Europea di Cardiologia.

Lo scompenso cardiaco, malgrado i progressi terapeutici, rimane una malattia ad elevatissima mortalità, circa 20% ad un anno e 50% a 5 anni dopo un episodio di ospedalizzazione, peggiore di molte forme di cancro. Nell'ultimo decennio, sono emerse sempre più evidenze a favore di uno squilibrio tra i sistemi catabolici ed anabolici durante la progressione della malattia, con una prevalenza a favore dei primi. Sembra dunque che lo scompenso cardiaco si caratterizzi non solo per l'attivazione di alcuni sistemi biologici quali il sistema adrenergico, renina-angiotensina-aldosterone e delle citochine, ma per la carenza dei principali sistemi anabolici, incluso l'asse somatotropo, l'asse surrenalico, l'asse gonadico, l'asse tiroideo, e quello insulinico. Per questo motivo numerosi autori considerano lo scompenso cardiaco cronico come una sindrome da deficit ormonali e metabolici multipli.

Su queste premesse, è stato implementato il Registro TOSCA, per meglio indagare il reale impatto clinico, la prevalenza e le implicazioni terapeutiche della presenza di questi deficit ormonali multipli nello scompenso cardiaco. Si tratta di un registro osservazionale multicentrico, che prevede la partecipazione di 19 centri italiani e stranieri, ed interamente coordinato dalla Università Federico II. Sono stati arruolati circa 500 pazienti con un follow-up medio di 3 anni. Lo studio per la prima volta ha dimostrato in maniera inequivoca su una grande popolazione, con un disegno prospettico, che i deficit multipli ormonali sono comuni nello scompenso cardiaco e sono predittori indipendenti di mortalità e ospedalizzazione. Questi risultati sono estremamente interessanti non solo da un punto vista fisiopatologico, ma per le rilevanti ricadute terapeutiche. Sarebbe in teoria possibile trattare con terapia sostitutiva ormonale alcune di questi deficit anabolici per migliorare la progressione della malattia. Su questa innovativa ipotesi sta anche lavorando il professore Antonio Cittadini, primo italiano a ottenere il GGI (Grant for Growth Innovation nel 2016), un fondo europeo erogato dalla fondazione Merck, per uno studio attualmente in corso sulla terapia con ormone della crescita (GH) dello scompenso cardiaco associato a deficit di GH.


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