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"Il medico dei pazzi". Incontro con Gianfelice Imparato e Francesco Maria Cordella

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Giovedì 13 novembre 2025 alle 13.30 in aula A11 (via Marina 33) si svolgerà un incontro con gli attori Gianfelice ImparatoFrancesco Maria Cordella, in scena al Teatro San Ferdinando con "Il medico dei pazzi" per la regia di Leo Muscato in occasione del centenario dalla morte di Eduardo Scarpetta (29 novembre 1925). Con gli attori dialogheranno i docenti federiciani Massimiliano Gaudiosi e Francesco Cotticelli.

"Il medico dei pazzi" è una delle più divertenti farse di Eduardo Scarpetta, una macchina perfetta dell’equivoco. Scritta nel 1908, racconta la disavventura di Don Felice Sciosciammocca, ricco proprietario terriero – un po’ ignorante, molto ingenuo e irrimediabilmente provinciale – che da anni finanzia gli studi di suo nipote Ciccillo. È convinto che il ragazzo si sia laureato in medicina e diriga un prestigioso manicomio. Peccato che Ciccillo, invece di studiare, abbia sperperato tutto in divertimenti e gioco d’azzardo, collezionando debiti e creditori. Quando Don Felice decide di sorprenderlo e si presenta a Napoli con la moglie, il nipote, preso alla sprovvista, inventa una menzogna colossale: la Pensione Stella, dove vive, non è una semplice pensione, ma un rispettabile istituto psichiatrico. Don Felice, vedendo gli eccentrici ospiti della casa, si convince che siano pazienti. Da lì in avanti, la commedia precipita in un vortice di equivoci e situazioni paradossali, entrati nella memoria collettiva del teatro napoletano.

Nella versione diretta da Leo Muscato la vicenda è spostata in avanti di una settantina d’anni: siamo agli inizi degli anni Ottanta, poco dopo la Legge Basaglia (1978), che sancisce la chiusura dei manicomi e la nascita dei nuovi servizi territoriali di salute mentale. Una riforma accolta da molti come una rivoluzione civile, ma che all’epoca generò paure, disorientamento e diffidenza, soprattutto tra la gente comune.
A Napoli e in Campania il dibattito fu particolarmente acceso: psichiatri come Sergio Piro promossero attivamente il cambiamento, aprendo i reparti e sperimentando forme di cura comunitaria, mentre la trasformazione dell’ex manicomio “Leonardo Bianchi” procedeva tra difficoltà e resistenze. Anche la stampa, con giornalisti come Ciro Paglia, ebbe un ruolo decisivo nel denunciare lo stato degli ospedali psichiatrici e nel sostenere la riforma.
Ed è in questo clima di maggiore realismo che la farsa si trasforma in commedia: un mondo in cui Felice Sciosciammocca, uomo di campagna partito da Roccasecca, arriva a Napoli come se andasse in gita, o allo zoo, totalmente inconsapevole della complessità di questa rivoluzione epocale in atto.

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