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A Napoli il Meeting di 4MOST: tra i progetti chiave per l'astrofisica napoletana

L'Università di Napoli Federico II ha ospitato il Meeting Scientifico di 4MOST: uno dei progetti chiave in cui è coinvolta l'astrofisica napoletana.
Dal 24 al 28 febbraio, presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Ateneo si è tenuto il 4MOST Science Meeting, evento organizzato dal Dipartimento di Fisica "E. Pancini" con la collaborazione dell'INAF-Osservatorio di Capodimonte, che ha riunito esperti da tutto il mondo per discutere la preparazione delle prime osservazioni del 4-metre Multi-Object Spectrograph Telescope (4MOST), un progetto coordinato dal professore Roelof De Jong dell'Università di Potsdam, in Germania. Le osservazioni di questo strumento di ultima generazione, che partiranno all'inizio del 2026 con una durata di cinque anni, permetteranno di esplorare le profondità dell'universo attraverso misure spettroscopiche in luce ottica e nel vicino infrarosso.
L'evento ha visto la partecipazione di 65 ricercatori in presenza e 75 partecipanti online, provenienti soprattutto dall'Europa e dall'Australia. L'obiettivo principale dell'incontro è stato quello di coordinare le attività scientifiche in vista delle imminenti osservazioni, che saranno fondamentali per lo studio della formazione ed evoluzione della nostra Galassia e di galassie lontane, per la comprensione delle proprietà della distribuzione della Materia Oscura nelle galassie e negli ammassi di Galassie, oltre che per la stima dei più importanti Parametri Cosmologici.
L'organizzazione del meeting è stata curata dal professore Nicola R. Napolitano, del Dipartimento di Fisica "E. Pancini", insieme alla dottoressa Demetra De Cicco, che sono stati coadiuvati dai dottori Vincenzo Ripepi, Crescenzo Tortora ed Erasmo Trentin, dell'Osservatorio Astronomico di Capodimonte.
In 4MOST, gli astrofisici dell'Università di Napoli e gli astronomi dell'Osservatorio di Capodimonte svolgono ruoli primari in diversi gruppi scientifici e tecnici. In particolare il professore Napolitano è co-lead del working group per la classificazione degli spettri che saranno osservati da 4MOST usando tecniche di deep learning e intelligenza artificiale.
"Siamo impazienti di acquisire i primi dati di questo strumento estremamente complicato e di usare le tecnologie sviluppate in questi ultimi anni per essere pronti alle nuove sfide che programmi di nuova generazione come 4MOST ci pongono, osservando decina di milioni di stelle e galassie con un dettaglio per cui saremo capaci di distinguere una enorme varietà di tipi di stelle e di galassie. Il nostro gruppo di lavoro sarà l'unico a guardare, attraverso lo sguardo dell'intelligenza artificiale, tutti gli spettri che saranno osservati da 4MOST. Questo ci darà la possibilità di individuare, in un battito d'occhio, oggetti anomali e sconosciuti che non corrispondono alle normali classi di stelle, galassie o quasar", ha spiegato Napolitano.
Andrea Mazzucchi, direttore del Dipartimento di Studi Umanistici, ha accolto i partecipanti con un intervento che ha illustrato la storia del Complesso di San Pietro Martire, sede del''evento. "Siamo stati molto felici di accogliere i colleghi astrofisici nazionali ed internazionali, perché siamo convinti dell'importanza della contaminazione culturale tra umanesimo e scienza, in linea con la tradizione accademica dell'Università di Napoli Federico II", ha sottolineato Mazzucchi.
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