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Evoluzione della specie, il DiSTAR protagonista di una eccezionale scoperta
Una scoperta sensazionale che promette di riscrivere la concezione corrente sui cambiamenti evolutivi della specie umana. E' quella fatta da Pasquale Raia, del Dipartimento DiSTAR, dell'Università degli Studi di Napoli Federico e J.A.F. Diniz-Filho, dell'Universida de Federal de Goias, Brasile, insieme al loro gruppo di ricerca.
Venti anni fa immaginare di trovare una specie di ominide fossile alto un metro, con il cervello poco più grande di quello di uno scimpanzé, e strumenti in pietra cosi avanzati da sembrare quelli della nostra stessa specie era impossibile. Ora di queste specie ce ne sono addirittura due: homo floresiensis, vissuto sull'isola di Flores fino a circa 60.000 anni fa, e homo luzonensis, rinvenuta nelle Filippine.
Il perché fossero lì, come abbiano fatto a diventare così piccoli, e come abbiano potuto sopravvivere tanto a lungo in un ambiente certamente ostile, sono domande che hanno affascinato una generazione di paleoantropologi, e stimolato animosi dibattiti fra essi.
Il team guidato dal professor Diniz-Filho e dal professor Raia ha risposto a questa domanda.
La squadra, composta anche da ricercatori della Open University (UK), Università di Alcalá (Spagna), del Museo Nacional de Ciencias Naturales di Madrid (Spain) e dell'Università di Lisbona (Portogallo), ha creato un modello matematico di evoluzione, in cui una piccola popolazione dell'antenato di H. floresiensis, il famigerato H. erectus, colonizza l'isola di Flores un milione di anni fa, come realmente accaduto. Nel modello, gli individui nascono, si riproducono e muoiono, ma gli individui più piccoli, i cui figli erediteranno la loro statura, avranno un maggiore successo riproduttivo, tanto che, generazione dopo generazione, la taglia media di tutti gli individui nella popolazione sull'isola diminuisce. Col passare del tempo, l'isola si popola, le risorse disponibili disuniscono e variano a seconda del cambiamento climatico (modellizzato grazie a raffinate tecniche di ricostruzione del paleoclima) e nuovi individui di H. erectus possono colonizzare l'isola a loro volta. Il risultato di questo complesso, articolato modello matematico testato con migliaia di simulazioni al computer, è che è bastato un tempo incredibilmente breve, appena 5000 anni affinché H.erectus si trasformasse, sull'isola, nel suo piccolo discendente. Cinquemila anni possono sembrare tanti, ma nei tempi dell'evoluzione, sono letteralmente un battito di ciglia. Le specie fossili, cosi come le conosciamo, hanno una durata media di alcuni milioni di anni, cioè mille volte più lungo di quanto è bastato perché nascesse H. floresiensis. Questa scoperta non ha mancato di attrarre immediatamente grande interesse internazionale venendo ripresa, tra l'altro, dai settimanali Newsweek e The Sun.
24/10/19
Redazione
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