Il fisico del Cern Walter Scandale alla Federico II
Un ruolo strategico per il funzionamento del Large Hadron Collider del Cern di Ginevra lo ricoprono i 108 "collimatori" che proteggono i 1600 magneti dalla potenza distruttrice della radiazione del fascio di particelle e che le raccolgono ripulendo i 27 km del percorso. La struttura primaria dei collimatori è formata da un blocco di carbonio ciascuno grande quanto un grosso baule e dal costo di centinaia di migliaia di euro. Il fisico italiano Walter Scandale, tra i più grandi tecnologi degli acceleratori al mondo, in questi giorni a Napoli per una serie di lezioni alla Federico II, ha inventato un sistema in grado di sostituire questi grandi blocchi di carbonio con cristalli di 4 millimetri e dal costo di poche centinaia di euro. Iniziato dieci anni fa al Cern, l'esperimento di Scandale (UA9) è ormai diventato virale nella comunità scientifica mondiale perché a costi notevolmente ridotti permetterebbe di dotare ogni acceleratore di particelle di un sistema di collimazione più efficiente e meno invasivo.
Scandale è in questi giorni a Napoli anche per richiedere un supporto scientifico per UA9 alla Federico II (gruppo guidato dal professor Pasquale Arpaia, responsabile di IMPALab, Instrumentation and Measurements for Particle Accelerator Laboratory, e Scientific Advisor della collaborazione del CERN con Federico II) su elettronica di alta precisione e elaborazione del segnale in tempo reale ed altri argomenti. Scandale dice: "La collaborazione si può inserire nel quadro degli accordi tra CERN e Federico II (fortemente promossa dal Rettore Gaetano Manfredi), e potrebbe consistere nella partecipazione attiva di nuovi ricercatori campani agli sviluppi di UA9. A tal fine stiamo pensando ad un progetto di ricerca che comprenderebbe lo sviluppo di dispositivi essenziali per il futuro di UA9". Leonardo Merola, direttore del Dipartimento di Fisica "Ettore Pancini" e membro dello Steering Committee della collaborazione col CERN con Piero Salatino, Presidente della Scuola PSB, ha dato la propria disponibilità a individuare temi di ricerca ove il Pancini possa intervenire in UA9.
Una delle applicazioni più importanti di questo esperimento al di là della ricerca fisica, è quella di creare nuove opportunità di miglioramento per gli acceleratori per la cura del cancro mediante particelle pesanti (protoni o ioni carbonio). In Italia ce ne sono due, in Europa sono sei. Gli acceleratori vengono utilizzati per tumori speciali che resistono ai trattamenti standard. La nuova tecnologia di protezione e pulitura (sistema di collimazione) potrebbe essere trasposta anche a queste macchine in modo da ridurre la complessità tecnologica e renderle più facilmente gestibili anche in ambienti ospedalieri.
Ieri, in questi giorni, si sono svolte le prove finali del Corso da 3 CFU di Scandale "Designing and realizing complex experiments: a case study on SPS experiments to test crystal collimation for LHC" organizzato nell'ambito dell'internazionalizzazione del CdS di Ingegneria Elettronica con il supporto del DIETI e della Scuola PSB.
Il Corso ha spaziato dalla fisica degli acceleratori di particelle sino alle loro tecnologie abilitanti e al caso di studio di UA9 come esperimento smart capace di innovare sistemi sperimentali complessi nella semplicità.
Dice Arpaia: "Abbiamo avuto punte di partecipazione di 30 persone (30% PhD, 40% MSc e 30% BSc students), e una media superiore a 20, con 14 discenti che hanno sostenuto l'esame finale, di cui 1 con lode e 3 con 30/30. Ringraziamo Walter Scandale per aver donato a Federico II una quota così generosa del suo tempo prezioso e il DIETI e la Scuola PSB per aver supportata l'iniziativa.".
Redazione
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