'La gatta Cenerentola' e la riscrittura del 'Pentamerone'

Il lungo e fecondo rapporto di Roberto De Simone con Giovanbattista Basile è al centro del seminario di studio dal titolo "La gatta Cenerentola" di De Simone e la riscrittura del "Pentamerone" di Basile, che il professore Pasquale Sabbatino, Direttore del Dipartimento di Filologia Moderna Salvatore Battaglia e coordinatore del Master di II livello in Letteratura, Scrittura e Critica Teatrale, terrà mercoledì 9 novembre (alle ore 14) nell'aula multimediale 342 della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo Federiciano (via Porta di Massa, 1). La manifestazione nasce dalla volontà di delineare l'opera di De Simone in veste di riscrittore, per cogliere il funzionamento della sua macchina teatrale durante la "ciclica rappresentazione" del cunto de li cunti sulla gatta Cenerentola.
«La continua ricerca di Roberto de Simone sulla cultura teatrale napoletana e sulla espressività dei linguaggi popolari si è incrociata – dichiara Sabbatino – costantemente e volutamente con "Lo cunto de li cunti" di Basile, venerato come il padre del dialetto napoletano insieme a Pietro Trinchera. Nel delineare sul piano cronologico il fecondo rapporto con Basile si possono individuare tre tappe salienti: "La gatta cenerentola", che debuttò nel 1976 al Festival dei due Mondi di Spoleto; la traduzione dall'antico napoletano in dialetto moderno del "Pentamerone", infine la doppia riscrittura in dialetto e in italiano del "Cunto de li cunti", apparsa nel 2002. In quest'ultima impresa, appropriandosi degli strumenti narrativi del Basile, De Simone scrive in proprio un cunto parodico su Benedetto Croce, il «revisore» del "Pentamerone" e il padre di tanta cultura napoletana ed europea nel primo Novecento. In tal modo De Simone appare per quello che è, un post-crociano, anzi un anti-crociano, alla ricerca tra il passato e il presente di una nuova scrittura con cui tessere il cunto di Napoli che si libera dall'ultimo padre».
"La gatta Cenerentola" di Roberto De Simone, che si colloca nel contesto storico degli anni Settanta del Novecento quando a Napoli e in Italia prende corpo la reazione al teatro eduardiano, è quindi «un singolare testo teatrale che ha la struttura di un cunto de li cunti sul personaggio della gatta Cenerentola». Sulle orme del letterato di epoca barocca e con grande abilità, il regista, compositore e musicologo De Simone costruisce «il cunto unitario e portante di Cenerentola raccontando i diversi cunti raccolti in Campania e prelevando di volta in volta singolari e differenzianti tessere narrative».
E nell'opera di De Simone il potere femminile di Cenerentola (ovvero il potere del popolo) è in antitesi al potere maschile (ovvero il potere sul popolo). E se il potere maschile corrisponde, dunque, all' "amara esperienza" della repressione subita da tutti i popoli, quello di Cenerentola è il potere della liberazione. «Il teatro di Napoli diviene teatro del mondo e la conquista del potere di Cenerentola a Napoli diviene – conclude Sabbatino – simbolo della conquista del potere di Cenerentola nel mondo, con cui inizia l'era della pace e della ragione».
L'incontro, aperto al pubblico, conclude il ciclo di seminari sulla critica teatrale e la drammaturgia musicale organizzati nell'ambito dell'edizione 2010-2011del Master, con l'obiettivo di offrire agli studenti del corso la possibilità di confrontarsi con i vari ospiti intervenuti, nonché di partecipare in maniera attiva alle lezioni. In questa occa
sione, ad affiancare il professor Sabbatino sarà il dottor Marco Stacca, corsista del Master, il quale affronterà la questione dei paradigmi musicali antecedenti alla versione di De Simone (con particolare riferimento alla "Cenerentola" di Rossini del 1817) e si soffermerà sull'opera della "Gatta Cenerentola" intesa come falso melodramma, o meglio come parodia del genere, puntando l'attenzione sulla "rottura delle forme" e dei ruoli.
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