'La Grande Guerra' tra antiretorica e patriottismo

'La Grande Guerra' tra antiretorica e patriottismo

Anno 1959, Leone d'Oro al Festival del Cinema di Venezia e nominato all'Oscar quale miglior pellicola straniera,considerato uno dei capolavori della storia del cinema italiano con un enorme successo anche all'estero, soprattutto in Francia.

Stiamo parlando di "La Grande Guerra" di Mario Monicelli che verrà proiettato giovedì 28 ottobre alle ore 15, presso la Facoltà di Giurisprudenza della Federico II , aula 28 in via Porta di Massa nell'ambito del cineforum tematico "Cinema & Novecento. Vita, Storia, Diritto". Il cineforum è riservato ai soli studenti iscritti e a titolo del tutto gratuito.

Il film, interpretato Alberto Sordi e Vittorio Gassman, da un punto di vista prettamente storico, è uno dei migliori contributi del cinema italiano allo studio del primo conflitto mondiale. Per la prima volta la sua rappresentazione venne depurata dalla propaganda retorica divulgata durante il fascismo e nel secondo dopoguerra e per questo la pellicola ebbe problemi di censura al momento dell'uscita nelle sale e fu vietata ai minori di diciotto anni. Siamo nel 1916 e la trama della pellicola si dipana  prevalentemente sulla figura dei due protagonisti, Oreste Jacovacci, romano, e Giovanni Busacca, milanese, due furbastri scansafatiche. Dopo aver cercato invano di imboscarsi si trovano arruolati e al fronte. Da quel momento vivono tutte le disgrazie della guerra: il cibo pessimo, le marce forzate, il freddo, la paura.

I due andranno incontro ad crudele destino che però da una parte li nobiliterà e dall'altra renderà veritiera la figura di soldati visti più come comuni mortali che eroi, che si ritrovarono in guerra assolutamente impreparati. Fino a quel momento infatti i soldati italiani erano stati continuamente ritratti come valorosi disposti ad immolarsi per la patria.

Sagace convivenza tra epica, antiretorica e buoni sentimenti, "La Grande Guerra" nacque da un'idea di Luciano Vincenzoni influenzato dal racconto "Due amici" di Guy de Maupassant. La pellicola si distingue per essere una commedia ma il sorriso che ne scaturisce è un sorriso amaro e dove la regia possente e impeccabile di Monicelli non fa mai scivolare il racconto nel melodrammatico. Da rimarcare le suggestive sequenze di massa e piani sequenza, accompagnate dalle musiche di  Nino Rota.

Raccontare in maniera diversa e anticonvenzionale la prima guerra mondiale consegna allo spettatore la vera dimensione dell'intelligenza e del coraggio di una grande figura come Mario Monicelli  capace di raccontare il conflitto in un labile equilibrio tra tragedia e commedia, memoria storica e libertà creativa. (C.Crispino)



Per informazioni:
Facoltà di Giurisprudenza - Aula 28 - via Porta di Massa, 32 - Napoli

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