Palazzo dei dipartimenti di Giurisprudenza e di Studi umanistici
Palazzo dei dipartimenti di Giurisprudenza e di Studi umanistici
di Gemma Belli
Al civico 33 di via nuova Marina, in corrispondenza del VI comparto del Piano di ricostruzione, delimitato da via Ernesto Capocci, vicolo Casciari alla Loggia, vico I piazza Larga, oltre che da via nuova Marina, in un’area ancora oggi sfilacciata del tessuto urbano, sorge il nitido volume riflettente dell’edificio per gli attuali dipartimenti di Giurisprudenza e di Studi umanistici.
Concepito nel 1993 dall’architetto Gennaro Matacena (1945), coadiuvato dal progettista Saverio Sapio (1948) negli aspetti strutturali, il palazzo risponde alle indicazioni del piano, presentando un corpo basso porticato – che, allineato al perimetro del lotto, si pone come filtro tra la strada e lo spazio interno – al di sopra del quale si erge il volume della torre decentrato sulla piastra di base.
Le lisce superfici dei prospetti giocano tutte sull’alternanza di due registri cromatici e sulla dualità opaco-trasparente.
Infatti, nella piastra, destinata alle aule, i pannelli in vetro trasparente individuano una fascia permeabile rinserrata da una banda di lastre opache in alluminio.
Invece, nella torre riservata ai dipartimenti, le stesse pannellature opache riquadrano e sottolineano la sporgenza del volume in sommità, marcando inoltre le scanalature verticali che ne movimentano il fusto.
Si sottraggono al gioco cromatico i pilastri del porticato che, rivestiti da lastre lapidee di colore ocra, segnano con maggiore enfasi l’attacco a terra, anche grazie a una grana e una tessitura diversi.
Composto inserimento lungo il fronte a mare della via nuova Marina, l’edificio rappresenta un tentativo di sperimentare il passaggio verso nuove forme espressive, in cui «la forma nasca dalle potenzialità della tecnologia» (D’Amato 2004, 547).
Dal volume "Passeggiando per la Federico II" (seconda edizione aggiornata) a cura di Alessandro Castagnaro - fotografie di Roberto Fellicò - FedOAPress