Riscaldamento globale. E' tutta colpa del Sole

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In una estesa Invited Review pubblicata su Research in Astronomy and Astrophysics (IOP Publishing), un gruppo internazionale di 23 scienziati esperti in fisica solare, astronomia e nei cambiamenti climatici - che include anche il professore Nicola Scafetta del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse della Federico II - mostra che è prematuro dare la colpa al riscaldamento climatico osservato dal 1900 ad oggi principalmente alle emissioni antropiche di gas serra. Lo studio contraddice la conclusione principale dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazioni Unite, ripetuta anche nell'ultimo rapporto (Sixth Assessment Report, AR6) pubblicato in agosto, in quanto questo è basato su dati parziali e incompleti che non sono sufficienti per valutare correttamente l'effetto del Sole sul clima della Terra.
 
La review - basata su circa 500 studi scientifici - usa tutte le serie solari oggi disponibili e numerose serie climatiche globali. Queste serie mostrano tra di loro una grande variabilità secolare. Lo studio conclude che il possibile contributo del sole al riscaldamento globale osservato durante il XX secolo dipende fortemente dalle serie solari e climatiche specifiche adottate per l'analisi. 
Gli studiosi mostrano che l'ipotesi sostenuta dall'IPCC secondo cui l'aumento dell'attività solare osservato durante il XX secolo avrebbe avuto un effetto trascurabile sul riscaldamento climatico post-industriale si basa solo su simulazioni generate da modelli climatici globali che usano come forzanti solari quelli che si ottengono con le serie astronomiche che presentano la più piccola variabilità secolare. Paradossalmente, i modellisti climatici ignorano le serie solari proposte nella letteratura scientifica che suggeriscono una variabilità solare secolare molto più ampia (fino ad un fattore 10) e che presentano anche una diversa modulazione che meglio si correla con quella mostrata nelle serie climatiche.
 
Inoltre, nei documenti dell'IPCC le predizioni dei modelli climatici - che già producono un riscaldamento superiore a quello riportato nelle serie climatiche ufficiali - vengono anche confrontate con delle serie climatiche che diversi studi considerano problematiche perché sicuramente influenzate da una componente spuria di riscaldamento non climatico, come quello registrato dalle stazioni meteorologiche posizionate in prossimità dei centri urbani. Dal dopoguerra ad oggi, le isole di calore urbano sono cresciute notevolmente in molte parti del mondo inducendo un riscaldamento solo locale che dovrebbe essere completamente rimosso nelle serie usate per studiare i cambiamenti climatici. Questo però non avviene perché, come lo studio anche mostra, usando solo le serie meteorologiche registrate nei siti rurali, il riscaldamento globale dell'ultimo secolo è inferiore di almeno del 20% di quello riportato nelle serie climatiche usate dall'IPCC. 
 
I 23 studiosi concludono che il selezionare le serie solari con la più bassa variabilità solare insieme a serie climatiche influenzate dal riscaldamento urbano ha l'evidente l'effetto di minimizzare la componente naturale del cambiamento climatico e, simultaneamente, di massimizzare quella antropica, ma l'operazione è scientificamente scorretta. Infatti, data la notevole variabilità e le incertezze esistenti tra le serie astronomiche e climatiche, diverse selezioni di dati portano a conclusioni contradditorie: l'aumento dell'attività solare durante il XX secolo ad oggi potrebbe avere contribuito quasi nulla (come sostenuto dall'IPCC) oppure la maggior parte del riscaldamento osservato. Quindi, ritenere che il riscaldamento climatico globale dal 1900 sia dovuto all'uomo e che i modelli climatici attuali siano sufficientemente validi per prevedere i cambiamenti climatici futuri è al momento prematuro e probabilmente errato.    
 
Connolly, R., ed altri 22 autori. "How much has the Sun influenced Northern Hemisphere temperature trends? An ongoing debate." (Invited Review). Research in Astronomy and Astrophysics (IOP Publishing), 21, 131 (68pp), 2021.  doi: 10.1088/1674-4527/21/6/131  https://doi.org/10.1088/1674-4527/21/6/131
 

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