L'eruzione dell'Ignimbrite Campana. Studio del DISTAR

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I risultati di uno studio condotto interamente da ricercatori del Dipartimento di Scienze della Terra, dell'Ambiente e delle Risorse dell'Ateneo federiciano e pubblicati su Scientific Reports, del gruppo nature research, illustrano la ricostruzione del più grande evento eruttivo dell'area napoletano-flegrea: l'eruzione dell'Ignimbrite Campana, avvenuta 39mila anni fa. 

Le grandi ignimbriti sono il prodotto di devastanti eruzioni esplosive che hanno ripetutamente influenzato il clima su scala globale. La ricostruzione dettagliata delle variazioni di facies verticali e laterali di questa ignimbrite (tufo), dispersa su tutta la regione campana, ha permesso di vincolare i caratteri fisici della corrente piroclastica che l'ha generata. L'eruzione inizia con una colonna eruttiva che oscilla per circa 20 ore tra i 23 e i 38 km di altezza, disperdendo verso est una coltre di lapilli pomicei. Il collasso di questa colonna eruttiva produce una corrente piroclastica turbolenta, spessa circa 1.5 kmQuesta seconda fase dura 7 ore, emettendo 67 kmdi magmaLa corrente piroclastica avanza radialmente ad una velocità stimata di 220 m/s invadendo l'intera Piana Campana, sormontando i rilievi che la bordano ed erodendo profondamente il substrato. Un aumento del flusso eruttivo, dopo circa 30 minuti, spinge la corrente ad oltre 80 km dai Campi Flegrei. La temperatura dei prodotti che si accumulano è tanto elevata da causarne la saldatura. Durante questa fase di climax la corrente piroclastica crea una zona di mancata sedimentazione o bypass intorno ai Campi Flegrei. Dopo circa sei ore la corrente piroclastica inizia a ritirarsi verso la sorgente, invadendo aree sempre più ristrette, e lasciando una traccia di grandi pomici decimetriche da Caserta a Capri. L'evento si conclude col collasso dell'area di emissione e la formazione della caldera flegrea. Durante quest'ultima fase sono eruttate delle successioni di brecce che si accumulano lungo il bordo della caldera. Questo studio illustra come le grandi correnti piroclastiche possono evolvere nel tempo e nello spazio e l'importanza dei fattori interni (meccanismi eruttivi e di trasporto) ed esterni (topografia, acque superficiali e pioggia) che ne regolano il comportamento. 

Scarpati, C., Sparice, D. & Perrotta, A. Dynamics of large pyroclastic currents inferred by the internal architecture of the Campanian Ignimbrite. Sci Rep 10, 22230 (2020). https://doi.org/10.1038/s41598-020-79164-7

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