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Vuoi l'oro? Basta abbattere la montagna

Vuoi l'oro? Basta abbattere la montagna

Alcuni dissesti idrogeologici vengono spesso provocati da piogge prolungate che sono in grado di indebolire ammassi di materiali poco coerenti e generare frane e colate di fango catastrofiche come è successo a Sarno nel maggio del 1998.

Gli antichi romani sfruttarono consapevolmente questo fenomeno e ne aumentarono la capacità erosiva attraverso l'utilizzo di acqua in pressione, anziché di semplice infiltrazione. La tecnica, chiamata "ruina montium", ovvero crollo delle montagne, utilizzava la pressione dell'acqua per frantumare le montagne ricche di minerali preziosi: la montagna veniva prima perforata e nelle varie fessure venivano successivamente introdotte grandi quantità d'acqua che la facevano implodere.

Per ottenere un perfetto controllo del processo, gli ingegneri romani prima scavavano opere idrauliche colossali per portare l'acqua da zone lontane, poi curavano inclinazione e sezione dei canali di immissione con le giuste variazioni di pendenza e restringimenti per aumentare la pressione stessa della massa d'acqua.

Lo storico Plinio il Vecchio tra il 70 e il 72 d.C. si recò presso i giacimenti auriferi di Las Medulas in Spagna e stese una relazione che inviò poi a Roma. "Ciò che accade supera il lavoro dei giganti", lasciò scritto nella sua Storia Naturale. "Dopo aver scavato le gallerie, si libera l'acqua contenuta nei depositi superiori e la montagna piena di spaccature, crolla su se stessa, con un fragore che non può essere immaginato da mente umana alcuna".

di Adriano Mazzarella
Responsabile Osservatorio Meteorologico Università degli Studi di Napoli Federico II
da 'Il Napoli' del 24 gennaio 2009



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