"Oltre il limite: l'astronomia nell'era dell'intelligenza artificiale"

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Nella collana "Parliamone" della casa editrice "Scienza Express" è stato pubblicato il libro "Oltre il limite: l'astronomia nell'era dell'Intelligenza Artificiale" scritto da Antonio D'Isanto, studente del secondo anno del Corso di Laurea Magistrale in Data Science. Antonio D'Isanto è I'incarnazione dello spirito dei nuovi tempi, in cui interdisciplinarietà e nuove tecnologie giocano un ruolo sempre più importante. Laureatosi in Fisica alla Federico II, ha poi conseguito il Dottorato in Astroinformatica all'Università di Heidelberg e, immediatamente ha iniziato sia a lavorare come esparto di Intelligenza Artificiale per una società tedesca che a studiare per prendere il secondo titolo in Data Science. 
 
Il libro racconta il ruolo fondamentale giocato dall'astrofisica nel definire la cosiddetta infosfera: cioè quell'insieme di big data, infrastrutture di calcolo e algoritmi di apprendimento automatico che sono il cuore pulsante di quella che oggi, a ragione o a torto, viene chiamata Intelligenza Artificiale.

Da oltre un decennio, gli strumenti astronomici producono dati ad un tasso che non ha confronti con nessun altro settore dell'attività umana. Come esempio basterà sapere che il radiotelescopio SKA, ultimo in una lunga serie di strumenti rivoluzionari ed attualmente in costruzione, produrrà oltre 1 Petabyte (un milione di Gigabyte) al giorno. Una quantità di dati che non può essere analizzata con tecniche tradizionali e impone l'adozione di metodi automatici.
 
Il libro parla quindi della sviluppo sinergico di due discipline: astrofisica e data science. Da un lato l'astrofisica, che pone problemi complessi alla comunità degli "scienziati dei dati" e dall'altro la data science che propone soluzioni innovative e che trova nell'astrofisica uno stimolo per porsi nuovi problemi e per sviluppare nuovi metodi. Il libro solleva anche il problema della "nuova scienza" cioè la possibilità che questa sinergia porti in tempi abbastanza brevi all'emergere di una nuova scienza più complessa di quella attuale, che non risentirà dei limiti della percezione umana. Al riguardo basti notare che tutte le leggi fisiche (e non solo) che oggi conosciamo dipendono al più da tre variabili indipendenti. Una questione che solleva un'affascinante problema: "Viviamo in un universe semplice o, piuttosto, quest'apparente semplicità è solo dovuta al fatto che il nostro cervello essendosi evoluto in un mondo  a tre dimensioni, non è in grado di scoprire strutture o correlazioni in più di tre dimensioni?." 
 
L'intelligenza artificiale o, meglio, le tecniche di apprendimento automatico, non risentono di queste limitazioni umane e possono lavorare in spazi a centinaia o migliaia di dimensioni e scorire un livello di complessità che fino ad oggi è rimasto inaccessibile. Antonio D'Isanto, in collaborazione con un Gruppo di ricercatori dell'Ateneo che fa capo al laboratorio interdisciplinare di Filosofia della Scienza e della Tecnica MECHANE del Dipartimento di Studi Umanistici sta avviando una serie di studi per approfondire queste tematiche.
 

Redazione

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