Murat e il Decennio Francese in mostra al Palazzo Reale di Napoli

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Fu il cognato di Napoleone Bonaparte sposando Carolina Bonaparte ma non solo. Gioacchino Murat fu sovrano di Napoli. Lo fu nel famoso "Decennio francese" quando dal 1806 due re francesi si succedettero sul trono del Regno di Napoli.

Il primo fu Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone che regno fino al 1808 quando poi andò in Spagna: gli seguì suo cognato, per l'appunto Gioacchino Murat, che regnò fino al 1815.

In quel periodo Ferdinando IV di Borbone fuggiva in Sicilia per poi riorganizzare la riconquista del suo regno. Il 13 ottobre 1815 Murat fu catturato e fucilato dai reparti borbonici a Pizzo Calabro ed il Regno di Napoli ritornò in possesso di Ferdinando IV di Borbone, che l'8 dicembre 1816 cambiò nome e prese il titolo di Ferdinando I, re del nuovo Regno delle Due Sicilie.

La storia fu scritta in quell'epoca e Napoli vuole omaggiare a dovere, Murat: fino al 29 settembre 2015, allestita una mostra nel Salone d'Ercole del Palazzo Reale di Napoli, a duecento anni dalla morte di uno dei sovrani più amati dal popolo napoletano, protagonista del decennio francese a Napoli.

"Murat re di Napoli. A passo di carica", questo il titolo prescelto per la mostra avrà a disposizione oltre 150 pezzi molti dei quali provengono da collezioni di musei francesi e vengono esposti per la prima volta in Italia.

Si parlava di decennio francese; inevitabilmente questi dieci anni ‘sconvolsero' la città che fu poi di Masaniello, in maniera profonda.

La mostra infatti celebra, attraverso interventi multimediali e pannelli esplicativi, l'intenso cambiamento che si ebbe a Napoli in quel periodo.

La città subì una grande modernizzazione e fu ridisegnata dai progetti e dalle trasformazioni urbanistiche volute dal giovane sovrano.

Nel decennio tra l'altro ci fu l'abolizione della feudalità, l'introduzione dello Stato moderno e del Codice civile, la creazione di un'organizzazione moderna dello stato con nuove intendenze, tribunali, uffici provinciali e la riforma dell'Università in cui, attraverso la Scuola di Ponti e strade, fu creata anche l'attuale Facoltà di Ingegneria.  (Chiara Crispino)


Redazione

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