"Federico II apre le corti con il FAI"

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Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni.

Anche 'Federico II apre le corti con il FAI' per la trentaduesima edizione. Dottorandi, studenti federiciani e volontari del Fai faranno da Cicerone a quanti desidereranno visitare alcune delle sedi storiche del patrimonio architettonico della più antica università laica del mondo.

Sarà possibile visitare, in esclusiva e per la prima volta aperto al pubblico, il Rettorato con le Aule del Consiglio di Amministrazione e del Senato Accademico e l'aula Magna storica dell'Ateneo (ingresso riservato ai federiciani e agli iscritti FAI con possibilità di iscrizione in loco) risalente alla metà del Cinquecento quando i Gesuiti giunsero a Napoli e vi insediarono il loro convento e che negli anni ha subito numerosi interventi di restauro prima di assumere l'aspetto attuale grazie al Piano di Risanamento ottocentesco degli ingegneri Guglielmo Melisurgo e Pier Paolo Quaglia. A partire dagli anni Novanta prese il via un ciclo di restauri, anche in relazione ai danni subiti dal complesso per il sisma del 1980. Il progetto di Nicola Pagliara, di forte impatto architettonico e decorativo, è basato essenzialmente su di un uso sapiente del marmo come materiale da costruzione e soprattutto decorativo. Nel corridoio di accesso alla nuova aula del Senato si è accolti da un bellissimo disegno delle fasi lunari. Il pubblico potrà inoltre ammirare il grande mosaico posto dietro la cattedra del Rettore all'interno dell'Aula Magna realizzato su un bozzetto del pittore Armando De Stefano.

Si potrà visitare la Reggia di Portici, dove i volontari FAI Gruppo Vesuvio e apprendisti Ciceroni del territorio porteranno il pubblico alla scoperta della storia botanica e paesaggistica della Reggia, grazie anche a una passeggiata nel Bosco e nell'Orto Botanico, occasione unica per approfondire la storia dell'agricoltura italiana in un percorso ricco di aneddoti e curiosità.
La Reggia di Portici fu costruita per volere da Carlo di Borbone. Tradizione vuole che il re Carlo e la regina Maria Amalia, sorpresi da una tempesta, furono costretti a cercare riparo. Approdati fortunosamente nei pressi di Villa d'Elbeouf, i sovrani furono rapiti dalla bellezza dei luoghi. Ammaliati dalla natura di quest'angolo del Golfo, decisero di costruirvi una residenza estiva. Il sovrano quindi acquistò diverse aree verdi e alcune ville, come quelle del conte di Palena, del marchese Mascabruno e del principe di Santobuono, per impiantarvi la sua residenza immersa in un ampio parco. La direzione dei lavori fu affidata dapprima all'ingegnere militare Medrano, poi all'architetto romano Canevari. Per affrescare le sale furono chiamati pittori tra i quali Giuseppe Bonito. La costruzione della Real Villa terminò nel 1742. Molte famiglie aristocratiche, incoraggiate del re, acquistarono terreni o fecero costruire ville nei dintorni della reggia, creando quel caratteristico fenomeno architettonico, oggi noto come Ville Vesuviane, divenuto patrimonio dell'UNESCO. Parte del Palazzo Reale, successivamente, divenne sede del Museo Ercolanense, voluto da re Carlo per raccogliere i reperti portati alla luce nel corso degli scavi dell'antica città di Herculaneum, sepolta dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Grazie alla Reggia e al Museo, Portici divenne una delle mete predilette del Grand Tour. La Reggia presenta una facciata con ampie terrazze e balaustre ed è costituita da una parte inferiore che affaccia su una zona caratterizzata da lunghi viali che portano al mare - in effetti un giardino all'inglese - e da frutteti, e da una superiore, con il bosco soprano, una volta riserva di caccia. 

Infine Villa Ferretti a Bacoli, dimora ottocentesca ai piedi del castello di Baia. Inaugurata nell'ottobre del 2022, dopo un importante intervento di restauro, Villa Ferretti occupa una posizione scenografica, al confine con l'area marina protetta, ed è circondata da un parco pubblico intitolato a Giuseppe Impastato, vittima della mafia.
Nel 1995 fu sequestrata alla camorra dalla Procura Antimafia e confiscata due anni dopo dallo Stato. Nel 2003 il Demanio ne dispose il trasferimento al Comune di Bacoli, destinando l'edificio e il parco a finalità socio-culturali, ed è con questo scopo che nel 2022 Villa Ferretti è stata affidata all'Ateneo federiciano per farne un Centro di Alta Formazione.
Grazie a una collaborazione tra l'Università e il Fondo per l'Ambiente Italiano, che prevede diverse aperture per far conoscere il patrimonio storico-culturale dell'Ateneo in occasione degli 800 anni dalla sua fondazione, sarà possibile visitare la villa e il parco, dalle ore 9.30 alle ore 14.30, con ultimo ingresso alle 14.00. L'équipe di ricerca archeologica del Dipartimento di Studi Umanistici, coordinata dalla professoressa Carmela Capaldi, illustrerà ai visitatori Villa Ferretti e i monumenti antichi dell'area flegrea con particolare riferimento alle iniziative e ai progetti di ricerca condotti dall'Università.

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