L'Università di Napoli Federico II è partner di RoboIT

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Valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica italiana attraverso la creazione di startup concepite nei laboratori delle Università e dei Centri di ricerca di eccellenza. Con questa finalità nasce RoboIT, il primo Polo nazionale per il Trasferimento Tecnologico della Robotica.
 
RoboIT è frutto della collaborazione con l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e coinvolge insieme alla Federico II, la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e l'Università degli Studi di Verona. Con 40 milioni di euro, CDP Venture Capital SGR investe nel futuro della robotica attraverso il Fondo Technology Transfer e in prospettiva finanzierà tutta la filiera del Trasferimento Tecnologico attraverso la creazione di Poli Nazionali distribuiti sul territorio.
 
La partnership della Federico II con RoboIT testimonia una lunga storia di successi della scuola di Robotica partenopea che ha portato negli anni a finanziamenti nell'ambito di progetti europei e a riconoscimenti internazionali in diversi settori di applicazione. Il PRISMA Lab, specializzato in manipolazione robotica e robotica aerea, il PRISCA Lab per la robotica assistiva, entrambi in seno al Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell'Informazione, il centro ICAROS per la robotica chirurgica, e la start-up Neabotics, rappresentano le eccellenze fridericiane e le punte più avanzate della ricerca in Italia e nel mondo. 
 
"La nascita di questo Polo - afferma il Rettore Matteo Lorito - rappresenta una grande opportunità di collaborazione con Enti e soggetti di rilevanza nazionale, e un importante segnale di sviluppo 'partendo' proprio da una delle nostre eccellenze scientifiche e formative sui temi della robotica e il relativo trasferimento tecnologico. Il Polo avrà, tra le altre cose, il compito di potenziare la nostra Scuola e le nostre attività, attraendo studenti e ricercatori grazie alla rete nella quale l'Ateneo Federico II è chiamato ad operare."
 
Tra gli altri protagonisti coinvolti anche Pariter Partners, società di consulenza e investimento tecnologico, syndicate per il supporto alle attività di incubazione, accelerazione e coinvestimento, che avrà degli incontri con i docenti e i ricercatori dell'Ateneo, per dare avvio insieme all'operatività del Polo. 
E ancora, tra i partner di RoboIT, un grande player industriale come Leonardo SpA, Eureka! Fund I – Technology Transfer, fondo di Venture Capital di EUREKA! Venture SGR, specializzato in Scienza e Ingegneria dei Materiali Innovativi e Cysero, Fondo di Venture Capital di AwM Gestioni specializzato in investimenti nella Robotica. 
 
Il Polo RoboIT opererà secondo un modello Hub & Spoke. I ricercatori potranno disporre di risorse economiche e competenze specialistiche per la realizzazione di un primo studio di fattibilità tecnico e di business all'interno delle singole Università e dei Centri di Ricerca aderenti e servizi di accelerazione imprenditoriale per supportare la nascita di nuovi campioni nazionali della robotica, presso gli spazi dell'Istituto Italiano di Tecnologia in qualità di hub del Polo.
 
Sono in fase di finalizzazione anche accordi con Enti Istituzionali e altre aziende che andranno ad incrementare l'investimento di 40 milioni di euro già stanziato da parte di CDP Venture Capital e dagli altri Fondi di VC specializzati, con un effetto leva stimato complessivo di oltre 100 milioni di euro in 4 anni per la creazione e lo sviluppo di più di 50 nuove aziende.
 
"La collaborazione del gruppo di Robotica dell'Ateneo di Napoli Federico II con RoboIT" ―dichiara Bruno Siciliano, ordinario di Automatica― "si salda perfettamente sul tema del Trasferimento Tecnologico già presente in progetti europei come ECHORD ed EUROC di cui sono stato coordinatore. Entrambi sono stati concepiti per stimolare la ricerca a trovare un aggancio con l'industria e favorire la cooperazione tra scienziati e imprenditori. Sempre in tema di Trasferimento Tecnologico, attualmente, il nostro gruppo di ricerca è coinvolto in due progetti di Digital Innovation Hub nati con il programma Horizon 2020: Digital Innovation Hub², per la robotica nella manifattura flessibile e RIMA per la robotica aerea di ispezione e manutenzione dei siti industriali. Si tratta sempre di programmi per finanziare esperimenti innovativi, con l'obiettivo di portare le grandi idee dal laboratorio al mercato".
 
La filiera robotica in Italia è in costante crescita, il quadro è di un'innovazione diffusa grazie al contributo di piccole e grandi realtà d'impresa. Nel nuovo Piano Nazionale della Ricerca (PNR) 2021‒2027 promosso dal MUR sono stati individuati, per la robotica, nuovi settori fertili su cui orientare ricerca e applicazioni. Il gruppo di esperti che ha redatto il documento, coordinati da Siciliano, ha riconosciuto 6 ambiti prioritari: la robotica in ambiente ostile, la robotica per l'industria 4.0, l'ispezione e manutenzione di infrastrutture, l'agroalimentare, la salute e la mobilità con i veicoli autonomi. Una trasversalità di campi di applicazione caratterizzati da un forte gradiente tecnologico con l'integrazione sempre più stretta fra robotica e intelligenza artificiale che sta allargando i confini dell'esperienza umana verso una nuova gamma di opportunità al servizio dell'uomo. 
 
In Italia il comparto industriale Robotica e Automazione è in grande sviluppo e rappresenta un'eccellenza nel mondo per i suoi centri di competenza, con oltre 104 mila imprese (+10% negli ultimi 5 anni), 429 mila addetti e un fatturato che nel 2020 è stato di circa 5 miliardi di euro. Sono già oggi oltre 615 startup e PMI innovative del settore e oltre 6000 i brevetti europei in robotica depositati negli ultimi 10 anni nel nostro Paese: un ecosistema in grande sviluppo all'interno di un mercato globale che nei prossimi 5 anni prevede una crescita del +245% in applicazioni di logistica e del +189% in ambito biomedicale.
 
 

Redazione

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