Studio rivoluzionario nel campo delle neuropatie chemioterapiche

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Sviluppo di nuovi farmaci volti a utilizzare come target gli enzimi responsabili dell'accumulo di tubulina D2 nei neuroni sensoriali al fine di ridurre il danno neuropatico.

Ad aprire la strada è lo studio rivoluzionario nel campo delle neuropatie periferiche realizzato grazie a un progetto di ricerca sviluppato dalla federiciana Maria Elena Pero, ricercatrice del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animale dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, e Francesca Bartolini, professore associato del Dipartimento di Patologia e Biologia Cellulare della Columbia University di New York.

Il lavoro ha, infatti, evidenziato che il Bortezomib -Bort, farmaco chemioterapico utilizzato per il trattamento dei tumori del sangue, tra cui il mieloma multiplo, che induce anche neuropatia periferica, promuove l'accumulo selettivo della tubulina delta 2 (D2) nei neuroni sensoriali e che quest'accumulo causa la degenerazione dei nervi periferici. Una scoperta chiave che può favorire la produzione di farmaci che vanno ad agire in maniera specifica sulla delta 2 riducendone l'accumulo nei neuroni sensoriali al fine di diminuire il danno neuropatico.

L'importanza di questo studio è dimostrato dal fatto che non esistono farmaci per combattere questa condizione che può colpire il 40% dei pazienti in trattamento per il mieloma multiplo. La comprensione dei meccanismi alla base della patogenesi è fondamentale per ridurre al minimo, nelle persone sopravvissute al cancro, gli effetti collaterali causati dal trattamento chemioterapico.

La studio ha visto protagoniste anche l'Università di Milano Bicocca, la Pennsylvania State University, lo Zuckerman Mind Brain Behaviour Institute e il Dipartimento di Neurologia della Columbia University.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista PNAS - Proceedings of the National Academy of Sciences attraverso l'articolo "Pathogenic role of D2-tubulin in Bortezomib Induced Peripheral Neuropathy".

La neuropatia periferica di natura chemioterapica (CIPN) è una forma debilitante di neuropatia caratterizzata da una degenerazione dei nervi periferici osservata nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia, che provoca dolore e alterazione della percezione sensoriale e motoria delle estremità del corpo. I meccanismi patogenetici della CIPN sono in gran parte sconosciuti e questo è il motivo per cui non esiste una strategia terapeutica in grado di ridurre o prevenire questi sintomi, a causa dei quali spesso c'è la necessità di interrompere la terapia con gravi conseguenze per il paziente.

 


 


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