Il Centro di Recupero Animali Selvatici di Napoli (C.R.A.S.)
Il Centro di Recupero Animali Selvatici di Napoli, del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali, nasce nel 2010, presso il Presidio Ospedaliero Veterinario dell'ASL Napoli 1 Centro. La sua istituzione è dovuta, primariamente, alla necessità di soccorrere la fauna selvatica rinvenuta in difficoltà in un ambiente altamente urbanizzato come la Regione Campania. Le cause dei ricoveri sono molteplici: ferite da arma da fuoco, impatto con autoveicoli e con cavi sospesi, intossicazione da pesticidi, caduta di giovani volatili dal nido e sequestri per illegale detenzione, commercio o uccellagione.
Il CRAS si avvale di strutture periferiche, non destinate al soccorso, bensì all'esclusiva degenza per fini riabilitativi, non prevedono strutture ambulatoriali.
Il CRAS di Napoli di II livello accoglie la fauna selvatica proveniente dall'intero territorio regionale anche attraverso la collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, la Polizia Provinciale, le Associazioni Ambientaliste, le Forze dell'Ordine, che garantiscono il recupero e il trasporto verso il Centro stesso della fauna selvatica bisognosa di soccorso. Si è riscontrata anche un'importante risposta da parte dei privati cittadini sul delicato tema del recupero della fauna selvatica in difficoltà.
Gli esemplari selvatici rinvenuti in stato di difficoltà giungono al Centro di recupero dove vengono sottoposti a visita medica - in regime di Pronto Soccorso - a cura del personale medico veterinario specializzato, tenuti in condizioni di isolamento prima della diagnosi definitiva e, se necessario, sottoposti a prestazioni specialistiche di II livello erogate presso il Presidio Ospedaliero Veterinario (P.O.V.).
Quando opportuno, si procede alla raccolta di campioni biologici finalizzata alla ricerca di agenti patogeni eventualmente ospitati dall'animale selvatico ricoverato. A seguito della fase strettamente clinica o del trattamento chirurgico della patologia diagnosticata, inizia il percorso riabilitativo che termina con un periodo di degenza in apposite voliere denominate "tunnel di volo". Questi tunnel sono strutture congeniali adibite ad ottenere un graduale e costante esercizio fisico dei pazienti. Successivamente, accertato il pieno recupero, viene programmata la fase di rilascio in natura i cui tempi e luoghi sono individuati dai Medici Veterinari afferenti alla struttura. Questa fase si avvale anche del parere formulato dagli inanellatori, autorizzati dall'I.S.P.R.A. a prestare la propria opera presso il C.R.A.S.
Nel corso degli anni si è assistito ad un progressivo aumento dei ricoveri, dovuto presumibilmente al consolidamento del sistema di collaborazione in rete che si è gradualmente sviluppato sul territorio e una crescente coscienza ecologica e conservazionistica dei privati cittadini. Negli ultimi anni il numero di ricoveri si è stabilizzato intorno ai 1600 edemplari l'anno di cui il 50% circa vengono liberati in natura pienamente riabilitati, come nel caso del filamto che riguarda appunto la liberazzione di due giovani barbagianni presso l'Oasi del Cratere degli Astroni del WWF.
La classe animale più rappresentata è quella degli Uccelli , seguita con numeri di gran lunga minori dai mammiferi e quindi dai rettili ed anfibi. Il CRAS ha anche una grande importanza didattica sia per le scuole così da formare nei bambini la consapevolezza della necessità di conservare e rispettare la natura e gli animali in particolare, ma anche per i corsi di laurea del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali e per le attività didattiche post laurea.
Il Centro di Recupero opera nell'ambito delle sue attività in sinergia con il Centro di Riferimento Regionale per l'Igiene Urbana Veterinaria (C.R.I.U.V.), istituito dalla Giunta Regionale della Campania con la delibera n. 1940 del 30/12/2009, già inserito nel Piano Sanitario Regionale 2011/2013 quale strumento operativo di approfondimento ed analisi del rischio in materia di igiene urbana veterinaria. Il C.R.I.U.V. ha tra gli obiettivi lo sviluppo di modelli di gestione del rischio legato alla presenza, negli agglomerati urbani, di animali sinantropici e la messa a punto di strategie eco-epidemiologiche applicabili in tutte le AA.SS.LL. della Regione utilizzando gli animali come sentinelle ambientali.
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Il Regolamento regionale n. 4/2012 nel definire i criteri di funzionamento dei Centri di recupero della fauna selvatica ha istituzionalizzato, a cura del C.R.I.U.V., la funzione di supporto sanitario ai CRAS, funzione di fatto già operativa dal 2010 e che prevede sia l'erogazione agli animali selvatici ricoverati di prestazioni assistenziali di elevata specialità (clinica – chirurgica e diagnostica), sia indagini sulle patologie infettive e parassitarie, con particolare riferimento alle malattie con rischio zoonotico. Pertanto, il CRAS, in coessenzialità con il C.R.I.U.V. riveste un ruolo di osservatorio privilegiato per quanto concerne la raccolta dei dati epidemiologici finalizzati alla tutela della salute pubblica partecipando attivamente anche all'attuazione del Piano di gestione e monitoraggio ai fini epidemiologici della fauna selvatica in regione campania, fornendo i dati epidemiologici relativi al campionamento eseguito, quando opportuno, sugli esemplari ricoverati. Gli stessi, assumono alla luce di quanto espresso in precedenza, il ruolo di "sentinelle ambientali".
Inoltre, attraverso i Medici Veterinari Specialisti che vi afferiscono, effettua, presso le Stazioni di Cattura di Inanellamento, autorizzate dalla Regione Campania su parere dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.), il campionamento mediante il prelievo di tamponi cloacali, tamponi tracheali e feci sulle specie ornitiche individuate dal PIANO DI MONITORAGGIO NAZIONALE PER L'INFLUENZA AVIARE.
Nell'ambito del medesimo Piano di Monitoraggio si effettua la raccolta di campioni ematici dagli esemplari di Lepre destinati al ripopolamento nelle 5 provincie campane per il monitoraggio della Tularemia e della Sindrome della Lepre Bruna (EBHS).
Sono, inoltre, numerosi gli incontri con gli addetti al settore e con i Medici Veterinari dei Distretti delle AASSLL campane, referenti per il piano di monitoraggio, finalizzati alla messa in atto dei campionamenti sulla popolazione di cinghiali abbattuti durante l'attività venatoria per la ricerca della trichinella.
Redazione
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