T2k - neutrini: perché nell'Universo c'è materia e non antimateria

T2k - neutrini: perché nell'Universo c'è materia e non antimateria

Durante la conferenza "European Physical Society" in corso a Stoccolma, la collaborazione internazionale T2K, in cui l'INFN partecipa con gruppi delle sezioni di Bari, Napoli, Padova e Roma, ha confermato in via definitiva di aver osservato un nuovo tipo di oscillazione in cui un neutrino muonico si trasforma in un neutrino elettrone. Nel 2011 la collaborazione aveva per prima dato indicazioni sull'esistenza di questo processo. Adesso con 3,5 volte più dati questa trasformazione viene definitivamente provata. Infatti la probabilità che una fluttuazione statistica possa produrre l'effetto osservato è inferiore a uno su mille miliardi. Ciò equivale ad escludere questa possibilità con una significanza statistica equivalente a 7,5 sigma. Questa misura di T2K è la prima nel suo genere in cui l'apparizione nel punto di rivelazione di neutrini diversi da quelli prodotti è osservata con una significanza statistica tale da escludere ogni altro processo.

Nell'esperimento T2K un fascio di neutrini muonici è prodotto nel complesso di acceleratori per la ricerca denominato J-PARC, localizzato presso il villaggio di Tokai nella prefettura di Ibaraki sulla costa est del Giappone. Il fascio di neutrini, adeguatamente monitorato da un insieme di rivelatori posti nel complesso di J-PARC, viene inviato a 295 km di distanza dove viene intercettato dal gigantesco (50.000 tonnellate) rivelatore Super-Kamiokande collocato all'interno delle miniere di Kamioka vicino alla costa ovest del Giappone. 

Il complesso sistema di rivelatori che studia il fascio neutrino a J-PARC è in larga parte frutto di una collaborazione fra fisici europei e nord-americani. I gruppi Italiani, tra cui ricercatori della Federico II, hanno partecipato al design e alla realizzazione delle 3 grandi camere a deriva di nuova generazione nonchè al progetto del ripristino del magnete che permette di distinguere le particelle di carica positiva da quelle di carica negativa. Quest'ultimo non è un oggetto qualsiasi, bensi lo storico magnete utilizzato dall'esperimento UA1 al CERN che valse il premio Nobel a Carlo Rubbia nel 1983. Rimesso in funzione , caricato su una nave e portato in Giappone ha cominciato una nuova vita. Un caso di longevita' scientifica notevole e di riciclaggio ben riuscito.

L'analisi dei dati del rivelatore Super-Kamiokande correlata con i tempi di arrivo dei neutrini da J-PARC ha rivelato la presenza di più neutrini elettronici (per un totale di 28) rispetto a quelli aspettati (4,6) in assenza di questo nuovo processo. 

L'oscillazione di neutrini è la manifestazione di un fenomeno di interferenza quanto-meccanica su larga scala. In particolare l'osservazione di questo nuovo tipo di oscillazione apre la strada alla possibilità di studiare la violazione di parità nel settore dei leptoni a sua volta indissolubilmente associata all'asimmetria materia antimateria nell'universo. Questo fenomeno è già stato osservato tra i quarks. La violazione di parità fra tipi di neutrini nelle prime fasi di vita dell'universo potrebbe spiegare uno dei grandi misteri della scienza cioè il perché il nostro mondo attuale sia dominato dalla presenza di materia, mentre la quantità di antimateria è trascurabile. Adesso che T2K ha stabilito l'esistenza di questa forma di oscillazione che è a sua volta sensibile agli effetti dovuti alla violazione d
i parità, diventa possibile iniziare una ricerca sistematica di questi fenomeni. L'esperimento T2K che nei prossimi anni conta di raccogliere una quantità di dati 10 volte superiore a quelli che hanno permesso questa scoperta, sarà senz'altro fra i protagonisti di questa nuova sfida scientifica. Per far questo si prevede di inviare non solo neutrini ma anche anti-neutrini da J-PARC a Super-Kamiokande.

L'esperimento T2K è stato costruito ed è costantemente monitorato da una collaborazione internazionale composta da oltre 400 fisici provenienti da 59 differenti istituzioni e 11 diversi paesi su 3 continenti (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Polonia, Regno Unito, Russia, Spagna, Stati Uniti, Svizzera). I costi relativi all'esperimento e alle infrastrutture necessarie ad esso associate sono state in buona parte realizzate grazie al Ministero Giapponese per l'Educazione, Cultura, Sport, Scienze e Tecnologie (MEXT) ma contributi significativi sono anche venuti dalle agenzie finanziatrici dei paesi partecipanti. In particolare: NSERC, NRC e CFI, Canada; CEA e CNRS/IN2P3, Francia; DFG, Germania; INFN, Italia; Ministero delle Scienze e dell'Educazione Superiore, Polonia; RAS, RFBR e Ministero dell'Educazione e delle Scienza della Federazione Russa; MICINN e CPAN, Spagna; SNSF e SER, Svizzera; STFC, Regno Unito; DOE, USA. 

Questa scoperta non sarebbe stata possibile senza l'ostinato e instancabile sforzo del personale del complesso di J-PARC che in soli 11 mesi è riuscito a ripristinare e rimettere in funzione l'intera struttura dopo il devastante terremoto dell'11 marzo 2011 permettendo all'esperimento T2K di riprendere la presa dati bruscamente interrotta.

"Il risultato di T2K è di grande rilevanza per due aspetti" -afferma Antonio Masiero, Vice presidente INFN. "Da una parte, è la prima volta che abbiamo una chiara evidenza sperimentale che, durante un viaggio di qualche centinaio di chilometri, in un fascio composto solo da neutrini di tipo muonico compaiono dei neutrini di tipo elettronico; dall'altra, il risultato di T2K offre promettenti prospettive per la scoperta, in un giorno non troppo lontano, di un affascinante fenomeno mai visto sinora nel mondo dei neutrini, la cosiddetta violazione della simmetria CP. Quest'ultima potrebbe essere la causa ultima della prevalenza della materia sull'antimateria nei primissimi istanti dell'Universo dopo il Big Bang. L'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) è presente con una decina di fisici in T2K. La componente italiana, anche se numericamente modesta, ha dato un contributo rilevante all'esperimento nella costruzione di uno dei due rivelatori. E' curioso, ma anche significativo, notare che i nostri fisici hanno pensato di riutilizzare per T2K lo storico magnete di cui aveva fatto uso Carlo Rubbia nel suo esperimento al CERN che condusse alla scoperta del bosone W e gli valse il premio Nobel nel 1984. E' una continuita' simbolica che riafferma il costante ruolo di primo piano della fisica italiana e dell'INFN a livello internazionale nel campo di ricerca delle particelle e forze fondamentali della Natura".


Per informazioni:

t2k-experiment.org


Redazione

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