'Che fine ha fatto Osama Bin Laden?' all'Academy Astra
Dissacrante, irriverente, efficace nelle sue "arringhe": insomma il degno erede del premio Oscar Michael Moore di "Bowling a Columbine". Stiamo parlando di Morgan Spurlock, regista di documentari come "Super Size me" ma soprattutto di "Che fine ha fatto Osame Bin Laden?". Quest'ultima pellicola sarà proiettata venerdì 28 gennaio alle ore 20e30 presso l'Academy Astra nell'ambito del cineforum "AstraDoc 2011 - Viaggio nel cinema del reale".
Morgan Spurlock è un artista e un personaggio geniale ed è dopo "Super Size Me", dove lui stesso per un mese si ciba solamente di "junk food" esplorando l'enorme potere sull'industria dei fast food e come questa incoraggi un'alimentazione povera per massimizzare il proprio profitto, con "Che fine ha fatto Osame Bin Laden?" decide di partire alla caccia del nemico pubblico numero uno degli Stati Uniti e del mondo civilizzato: il militante terrorista sunnita Osama Bin Laden. Dopo un corso di sopravvivenza e una massiccia dose di vaccini, Spurlock inizia il suo viaggio in Medio Oriente, dove si confronterà con il mondo musulmano.
Spurlock parte in un viaggio che lo condurrà idealmente lungo delle tappe che avvicinano sempre più al regno del terrore di Al Quaeda. La domanda, decisamente retorica "che fine ha fatto Osama Bin Laden?", che dà il titolo al documentario frutto di questo viaggio, diventerà la chiave per scoprire e capire i suoi interlocutori e alcuni dei problemi chiave del XXI secolo. Partendo dall'Egitto, passando in Palestina e Siria e poi Afghanistan fino a raggiungere le pericolosissime zone tribali del Pakistan, sotto il controllo delle milizie talebane, Spurlock mostra attraverso la sua telecamera i tentativi imbarazzanti di un americano qualsiasi per trovare il nemico pubblico numero uno. Il regista nella sua opera si erge a propugnatore del documentario performativo, ovvero in un cinema che attraverso una partecipazione attiva cerca di dimostrare una tesi di base o di arrivare a una conclusione.
Fondamentalismo islamico, gli Stati Uniti d'America e la loro guerra al terrorismo: ecco i temi principali dei novanta minuti che compongono il lungometraggio. Il film contiene interviste e considerazioni personali del regista Spurlock, fondate sulle preoccupazioni di un neo-genitore. Infatti la pellicola è inframmezzata da immagini della moglie di Spurlock nelle ultime fasi della gravidanza.
Documento forte con una doppia valenza conoscitiva: non solo il significato simbolico del "viaggio" ma la presa di coscienza del vero scopo del regista: la ricerca di Bin Laden era solo il pretesto per giungere ad una maggiore conoscenza del mondo arabo, dove la gente dei paesi visitati sono persone comuni, proprio come lui e il pubblico. Chi è Bin Laden e dove si trova? Alla fine non interessa a nessuno.
(C. Crispino)
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