Cosa si nasconde dietro un succo di frutta?
Il Laboratorio Alimenti, Benessere e Sicurezza (LABS) della Federico II, diretto dal professore Alberto Ritieni, docente di Chimica degli Alimenti, ha indagato le principali caratteristiche su cui poggia l'appeal dei succhi di frutta, dei nettari e delle puree a base di mele. In particolare, si è valutato il contenuto di vitamina C e quello generale degli antiossidanti, ma anche un indicatore meno noto - il cosiddetto HMF (idrossi metil furfurale) che rivela lo stress termico del prodotto finito, quindi, a ritroso, la qualità della materia prima e gli eventuali eccessi del trattamento industriale cui è stata sottoposta. I risultati delle analisi sono molto diversi specie nel confronto fra le diverse tipologie di prodotto considerate.
Tra i 15 succhi, composti al 100% da frutta, analizzati 8 raggiungono un buon livello ed in due casi il successo si deve all'aggiunta di vitamine, mentre gli altri sono succhi di mele da agricoltura biologica e un mix di frutta rossa. Tra i migliori prodotti solo uno è ottenuto da succo concentrato mentre tra i restanti 7 succhi di frutta risultati meno ricchi di vitamine e antiossidanti, 4 sono da succo concentrato.
Nel caso dei 16 nettari, variante preferita dagli italiani, diversamente dal resto d'Europa emergono molte differenze. La percentuale di frutta contenuta nella bevanda varia dal 30 al 60% e ben 10 passano il vaglio: contengono una buona quantità di vitamine e spesso anche di frutta. Nel caso delle 5 puree analizzate non si riscontra un danno termico elevato e il livello generale degli antiossidanti è buono anche se meno incisivo è il contributo di vitamina C.
Lo scopo della ricerca, divulgata da alcuni giornali a larga diffusione nazionale, era quello di evidenziare la generale buona qualità dei prodotti industriali a base di mele. Tale dato è interessante tenendo presente che in Italia si bevono mediamente 12 litri procapite di succhi di frutta per cui, specie, nella popolazione dei più giovani e nei bambini è necessario assicurare elevati livelli di qualità nutrizionale, salutistica e di tipo tecnologico. (c.m.)
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