Nuovi raggi gamma scoperti dal satellite Fermi della Nasa
Il satellite Fermi della NASA ha rilevato l'emissione di raggi gamma da un nucleo galattico attivo (AGN) che, per quanto finora noto, non avrebbe avuto le caratteristiche per produrli. Una scoperta sensazionale realizzata da un team internazionale di scienziati, tra cui vari ricercatori dell'Istituto Nazionale di Astrofisica, utilizzando un telescopio ad ampia superficie denominato LAT, montato a bordo del Fermi.
LAT, Large Area Telescope, è stato realizzato dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con il supporto dell'Agenzia Spaziale Italiana.
I risultati della scoperta saranno pubblicati sul numero di luglio della rivista The Astrophysical Journal.
Riprendendo l'intervista fatta da uno dei ricercatori dell'INAF, Lugi Foschini, presente sul sito web dell'Istituto, si apprende che era nota l'esistenza di due soli tipi di nuclei galattici attivi che emettono raggi gamma di alta energia, cioè oltre 100 megaelettronvolt (MeV): i blazar e le radiogalassie, entrambi caratterizzati dalla presenza di un getto in movimento a velocità prossime a quella della luce.
Attraverso l'utilizzo del satellite Fermi, i ricercatori hanno avuto la possibilità di rivelare l'emissione di raggi gamma anche da un terzo tipo di nucleo galattico attivo (AGN), chiamato "radio-loud narrow-line Seyfert 1". Questo tipo di sorgenti si caratterizzano per l'assenza di getti, ma con l'osservazione tramite il telescopio ad ampia superfice LAT si è giunti all'esplorazione di raggi gamma da una sorgente, il quasar (contrazione di radiosorgente quasi stellare) PMN J0948+0022, che segnala il contrario. Nei nuclei galattici attivi sono proprio i getti di particelle che viaggiano a velocità prossime a quelle della luce, detti "relativistici", a produrre i raggi gamma che vengono registrati all'orbita terrestre. Essi vengono generati dall'urto fra elettroni molto veloci in allontanamento dal buco nero supermassiccio ospitato dai nuclei galattici attivi.
La scoperta dell'emissione di raggi gamma con l'aiuto del satellite Fermi dalla sorgente denominata quasar PMN J0948 apre nuovi ed affascinanti interrogativi per gli astrofisici, che saranno ora impegnati a capire come si inserisce questa nuova classe di oggetti celesti nello scenario proposto dalle attuali teorie e quali sono i meccanismi che regolano la loro evoluzione. (C.C.)
Redazione
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