La Federico II con il National Biodiversity Future Center alla COP16
Simonetta Fraschetti, docente del Dipartimento di Biologia della Federico II partecipa alla sedicesima Conferenza delle Parti (COP16), con Maria Chiara Pastore del Politecnico di Milano, e i rappresentanti di ISPRA e il Ministero dell'Ambiente. La Conferenza delle Parti (COP16) è il vertice internazionale più importante sulla biodiversità, con 26.000 partecipanti e 193 paesi da tutto il mondo.
Due anni fa, in Canada, la COP si concluse con un accordo storico di portata enorme: il "Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework" (GBF), con il quale si stabilirono 4 obiettivi generali e 23 obiettivi specifici da raggiungere entro il 2030 per fermare la catastrofica perdita di biodiversità che ormai è un dato ampiamente accertato. Uno per tutti il target 30x30 che dovrebbe portare il 30 % degli oceani e il 30 % delle terre emerse sotto regime di tutela. L'80 % dei paesi non ha presentato i report con le strategie nazionali che descrivono le modalità con cui il paese si impegna a raggiungere i target. In un clima generale complicato, l'Italia lo ha fatto e questo è una ottima notizia.
I temi discussi alla COP16 sono molteplici e tra questi l'affrontare la perdita di biodiversità e il cambiamento climatico in modo integrato; finalizzare la pianificazione, il monitoraggio, la rendicontazione e la revisione dei target di Montreal; identificazione certa delle risorse per la loro attuazione e adozione di un forte programma di lavoro per il coinvolgimento dei popoli indigeni e delle comunità locali.
António Guterres ha aperto la COP con lo slogan "Pace con la Natura", di fatto un invito a migliorare il rapporto che abbiamo con l'ambiente, per ripensare un modello economico che non dia priorità alle attività estrattive, allo sfruttamento eccessivo delle risorse e all'inquinamento della natura. Il 2030 sarà un anno importante per l'ambiente e per il raggiungimento del più importante dei target: un ambiente sano per garantire la salute dell'uomo.
Redazione
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