'Hic et ubique'. Scoperto sui muri di Pompei l'augurio di felicità e benessere

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E' stato pubblicato sull'E-Journal degli scavi di Pompei un nuovo articolo di approfondimento su alcune recenti scoperte provenienti dal cantiere della Regio IX, insula 10.   

Sono stati, infatti, rinvenuti e analizzati da Maria Chiara Scappaticcio, docente ordinario di lingua e letteratura latina all'Università Federico II e Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco archeologico di Pompei, numerosi graffiti nel 'salone nero' e in alcuni ambienti vicini, da cui emergono tracce di vita vissuta. Si tratta di iscrizioni graffite, di firme autografe di persone che, oltre duemila anni fa, attraversarono quei luoghi lasciando traccia del proprio passaggio: si legge il nome di Pudens, di Vesbinus, o ancora di Valerius e di un Silvanus.

C'è poi la scritta 'hic et ubique', 'qui e ovunque', un saluto, un'espressione beneaugurante rivolto probabilmente ai padroni di casa, a cui qualcuno ha rivolto l'auspicio di 'felicità e benessere'.

La lettura di quanto precede e segue "hic et ubique" è incerta e andrà verificata, ma i paralleli rendono possibile il fatto che ci si trovi dinanzi a qualcosa del tipo nome del benaugurante / destinatario dell'augurio + "hic et ubique" = "qui e dappertutto" + sal- (scil. salutem dicit ‘augura benessere', ‘augura di stare bene'); ma anche il possibile sal- seguito da altro, la cui interpretazione andrà ulteriormente approfondita.

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