"Diamo voce a Mario. Il caso di Mario Paciolla e il mondo dell'informazione"

Immagine relativa al contenuto

Il 17 maggio 2024 alle 9, nell'aula Piovani del Dipartimento di Studi Umanistici della Federico II, si terrà "Diamo voce a Mario. Il caso di Mario Paciolla e il mondo dell'informazione", un incontro fra giornalisti ed esponenti del mondo dell'attivismo per diffondere la storia del giornalista e volontario napoletano, che ha trovato la morte in Colombia.

Saranno presenti Anna Motta e Pino Paciolla, genitori di Mario, in dialogo con il giornalista e ricercatore Simone Ferrari, esperto del contesto politico colombiano, la giornalista Carla Manzocchi, autrice e voce narrante del podcast Rai dedicato a Mario Paciolla, e Tina Marinari, coordinatrice delle campagne di Amnesty International Italia. L'incontro è promosso dal Centro Linguistico di Ateneo in collaborazione con il Dipartimento di Studi Umanistici e con il patrocinio di Amnesty International Italia. Ha l'obiettivo di diffondere e far riflettere sulla vicenda del giovane trentenne trovato senza vita nella sua casa di San Vicente del Caguán il 15 luglio 2020.

Una biografia, quella di Mario, che delinea il ritratto di un giovane, figlio del nostro tempo, che poco più che ventenne aveva già conosciuto l'India, parlava tre lingue, aveva fatto l'Erasmus e l'Interrail, aveva importato in Italia, a Napoli, il format del giornalismo partecipativo Cafè Babel e si era fatto promotore della Campagna "io sono italiano" a favore degli immigrati di seconda generazione senza diritto di cittadinanza. Mario Paciolla era un costruttore di pace (così lo definisce chi lo ha conosciuto) che, con una laurea in Scienze Politiche e tanti ideali, nel 2016, a 29 anni, parte come volontario verso la Colombia. Due anni dopo, nel 2018, inizia la collaborazione con le Nazioni Unite come osservatore per la verifica del corretto svolgimento degli accordi di pace tra il Governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie. Una vita che, seppur breve, porta con sé un profondo messaggio di pace da condividere con gli studenti per diffondere la cultura del dialogo.

L'incontro dà inizio a un progetto didattico che, partendo proprio dallo spagnolo, lingua parlata in Colombia, ha come obiettivo quello di popolare la rete di informazioni multilinguistiche sul giovane attivista. Un progetto che nasce dalla volontà di colmare una lacuna informativa e rendere accessibile a tutti la storia del giovane volontario ancora vivo nella voce commossa dei suoi amici, negli aneddoti di chi ha lavorato con lui, negli articoli con lo pseudonimo Astolfo Bergman o nelle sue poesie ancora da pubblicare.

Per aderire e partecipare Clicca qui

Allegati:


Redazione

c/o COINOR: redazionenews@unina.it