'Che ne sarà dei fiori'. All'Academy Astra 'TeatrInGestAzione'

'Che ne sarà dei fiori'. All'Academy Astra 'TeatrInGestAzione'

"Che ne sarà dei fiori. Contributo all'affermazione dei diritti civili" è lo spettacolo che la Compagnia TeatrInGestAzione porterà in scena mercoledì 9 gennaio 2013, alle 17.30, al cinema Academy Astra, in via Mezzocannone, 108, a Napoli. L'ingresso è gratuito.

L'iniziativa, patrocinata dal Polo delle Scienze Umane e Sociali dell'Università Federico II, rientra nell'ambito delle ricerche del Dipartimento di Scienze penalistiche, criminologiche e penitenziarie della Facoltà di Giurisprudenza dell'Ateneo federiciano, che ha rivolto una particolare attenzione alla problematica riforma degli ospedali psichiatrici giudiziari.

Le ricerche sul campo hanno condotto alla nascita del progetto denominato "io ti scrivo", uno scambio epistolare fra studenti e internati, previsto dal protocollo d'intesa tra la Federico II (Corso di diritto penale presso il Corso di laurea in Scienze del servizio sociale), il Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria (Direzione dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa) e l'Asl di Caserta (Direzione sanitaria dell'o.p.g. di Aversa).

La giornata del 9 gennaio è dedicata alla riforma scaturita dalla legge n. 9/2012 e verrà introdotta da Sergio Moccia, Ordinario di diritto penale dell'Università Federico II. Seguiranno la proiezione del documentario "Caini di Aversa" e lo spettacolo "Che ne sarà dei fiori". La manifestazione si concluderà con un dibattito dibattito aperto a studenti e società civile, moderato da Francesco Marco de Martino, ricercatore, affidatario del corso di diritto penale del Corso di laurea in scienze del servizio sociale dell'Ateneo federiciano.

Lo spettacolo è reso possibile grazie allo straordinario lavoro di due artisti, Anna Gesualdi e Giovanni Trono, che con la loro compagnia teatrale TeatrInGestAzione conducono un laboratorio all'interno dell'ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. Di qui la rappresentazione che ha come attori gli stessi internati.

‘Gli ospedali psichiatrici giudiziari, e tutto il sistema giuridico che ruota intorno ad essi, non è più sopportabile - spiega de Martino -. Grazie all'inchiesta parlamentare sul servizio sanitario nazionale, sono state documentate le incredibili condizioni di internamento dei malati mentali autori di reato. La riforma legislativa che ne è scaturita, mediante la legge n.9 del 2012, non ha per nulla inciso sul sistema giuridico che conduce inesorabilmente all'internamento delle persone colpite da disagio mentale negli ospedali psichiatrici giudiziari. In buona sostanza, gli alienati autori di reato, vengono formalmente prosciolti nei processi, perché considerati una volta per sempre "incapaci di intendere e di volere" - sottolinea -. Di seguito sottoposti alle assurde misure di sicurezza negli ospedali psichiatrici giudiziari, grazie al nuovo status di "persone socialmente pericolose". Di qui, essendo le misure di sicurezza prorogabili finché dura la pericolosità sociale (che è categoria sfornita di scientificità), la pena finisce per diventare senza fine. Come se ciò non bastasse, i centri di salute mentale delle asl, che avrebbero l&rs
quo;obbligo di prendere in cura i malati psichiatrici, molto spesso sono i primi ad essere assenti. Di guisa, le condizioni di orribile abbandono materiale e spirituale in cui cadono i malati, prima, durante e dopo l'internamento'.

In questo solco, la necessità di alimentare il dibattito su questi temi attraverso la giornata "Che ne sarà dei fiori'.


Redazione

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