Gli incendi boschivi? Premesse di catastrofi idrogeologiche

Gli incendi boschivi? Premesse di catastrofi idrogeologiche

Gli incendi dolosi stanno devastando centinaia di ettari di bosco in tutta Italia provocando ingenti danni ambientali e varie vittime.
Attenzione! In seguito a questi eventi il rischio idrogeologico diventa particolarmente preoccupante perché, dopo il grande caldo, vi saranno i giorni caratterizzati dai primi violenti nubifragi di fine estate-inizio autunno.

Le elaborazioni dei dati pluviometrici eseguite dal prof. A. Mazzarella, docente di Climatologia presso l'Ateneo, hanno evidenziato che gli eventi piovosi delle ultime decine di anni avvengono spesso con modalità differenti rispetto alle precipitazioni che hanno caratterizzato il periodo compreso tra la seconda metà del 1800 e le ultime decine di anni del XIX secolo.
Sempre più frequentemente si stanno verificando eventi con intensità mai misurata finora in intervalli di breve durata. Conseguentemente, le modificazioni fisiche provocate dagli incendi rappresentano serie premesse per l'incremento del rischio per l'ambiente antropizzato ubicato a valle delle zone percorse dal fuoco, anche dopo lo spegnimento degli incendi.

Il comportamento dei versanti cambia drasticamente quando la copertura vegetale viene devastata dagli incendi che, provocando la distruzione della vegetazione, determinano la formazione di uno strato di cenere finissima che rende momentaneamente impermeabile la superficie del suolo in occasione di violente piogge; ciò provoca, in concomitanza con eventi piovosi intensi, tipici di questo periodo di transizione climatica, lo scorrimento superficiale delle acque piovane e l'innesco di fenomeni erosivi che modificano le condizioni di stabilità.

L'incendio, inoltre, distruggendo le radici degli alberi fa venire meno l'azione di ancoraggio del sistema pianta-suolo-roccia; tanto più è precario l'equilibrio preesistente (ad esempio a monte delle aree abitate e delle vie di comunicazione dichiarate ad alto rischio idrogeologico dalle Autorità di Bacino, lungo scarpate dove il suolo viene trattenuto proprio dagli apparati radicali) tanto più è grave la destabilizzazione conseguente all'incendio. In concomitanza con eventi piovosi eccezionali e anche di breve durata, l'acqua di ruscellamento scorrendo su superfici molto inclinate tende ad incanalarsi nelle depressioni vallive provocando erosione e trasporto di detriti vari, tronchi d'albero.
Ciò può provocare l'innesco di colate di detriti che possono interessare rovinosamente e catastroficamente le aree antropizzate e urbanizzate a valle arrecando danni notevoli a persone, abitazioni, colture, infrastrutture.

Esempi di tali rovinosi eventi si sono verificati negli ultimi anni in varie regioni nel periodo compreso tra settembre e novembre.
Il sistema di Protezione Civile non è ancora preparato a far fronte adeguatamente a questo rischio vagante, tipicamente connesso al cambiamento climatico.

Ma allora come si può difendere la popolazione; cosa dovrebbero fare immediatamente i sindaci per difendere il territorio urbanizzato?

Senza perdere tempo, dopo gli incendi, dovrebbero fare delimitare subito su carte topografiche di dettaglio le aree percorse dal fuoco al fine di individuare le aree urbanizzate, a valle, che potrebbero essere interessate rovinosamente da eventuali colate detritiche. Di seguito, dovrebbero predisporre un piano di protezione civile per le aree potenzialmente interessate dai flussi detritici da attivare, in sinergia con la Protezione Civile Regionale, in relazione all'andamento delle piogge, in modo da attuare le idonee misure di difesa della popolazione.

Si evidenzia che occorre anc
he adeguare la capacità di pronto ed efficace intervento antincendio, specialmente lungo i versanti boscati incombenti su aree ad alto rischio idrogeologico, costruendo una capillare rete di laghetti e vasche antincendio attrezzate adeguatamente e ubicate sugli altopiani in siti sicuri geomorfologicamente e alle quote idonee a consentire un rapido e veloce rifornimento idrico di acqua dolce.

Accentuandosi la variazione climatica, con una progressiva diminuzione delle precipitazioni piovose medie, si riduce sempre più il potere autorigenerante del bosco con una conseguente strisciante desertificazione che interesserà parti sempre più estese dei rilievi montuosi.
Per questi motivi la lotta ai piromani e il rapido spegnimento degli incendi devono rappresentare una priorità nelle azioni istituzionali di difesa e tutela dell'ambiente naturale e antropizzato, tanto più efficace quanto più è attiva la partecipazione di tutti i cittadini.

Prof. Franco Ortolani
Ordinario di Geologia
Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio
Università degli Studi di Napoli Federico II


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