Individuato MoY, gene "maestro" della mascolinità, eviterà l'uso di pesticidi

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Indivuduato MoY, un gene chiave sul cromosoma Y delle mosche della frutta e dell'olivo, che decide il sesso maschile: il futuro del controllo genetico di insetti dannosi per l'agricoltura. Lo studio è di un team internazionale, con laboratori in nove nazioni nel mondo, costituito e coordinato dal genetista federiciano Giuseppe Saccone.

La mosca mediterranea (medfly) - Ceratitis capitata , fam. Tephritidae -, è uno degli insetti più invasivi e dannosi per la produzione di frutta (oltre 200 specie vegetali colpite).

L'International Atomic Energy Agency (IAEA) e la Food and Agriculture Organization (FAO) hanno promosso da decenni, in alternativa ai pesticidi, l'uso della tecnica dell'insetto sterile (SIT), che prevede l'allevamento massivo su scala industriale della medfly in biofabbriche, la separazione dalle femmine e sterilizzazione dei maschi con radiazioni ionizzanti ed il loro rilascio nei territori dedicati alla produzione frutticola intensiva, per ottenere una riduzione locale del potenziale riproduttivo della specie bersaglio. Tuttavia, la SIT necessita di innovazione per renderla più efficace e facilmente esportabile in altre specie dannose (in primis, nuovi metodi di selezione dei maschi su scala massiva).

Nel corso degli ultimi anni Giuseppe Saccone, Professore associato di Genetica dell'ateneo federiciano, presso il Dipartimento di Biologia, ha costituito e coordinato un team internazionale di ricercatori con laboratori dislocati in tre diversi continenti e nove nazioni (in primis, Università di Zurigo, Professore Mark Robinson) che ha identificato l'elusivo gene "maestro" della mascolinità (master gene) MoY (Maleness-on-the-Y),  localizzato sul cromosoma Y di C. capitata.

Il team ha scoperto che MoY  è antico almeno 100 milioni di anni e determina il sesso maschile non solo nella medfly ma anche in tante specie dannose della medesima famiglia, tra le quali la mosca dell'olivo (olive fly) e la mosca orientale (oriental fly). Un contributo chiave per il successo di questo progetto è stato fornito dalla dottoressa Angela Meccariello (attualmente ricercatrice presso l'Imperial College di Londra) durante il suo dottorato di ricerca in Biologia svolto presso il nostro ateneo nel 2014-2017.

Il valore scientifico di questo studio nell'ambito della genetica evoluzionistica e quello potenzialmente applicativo hanno portato alla sua pubblicazione nella prestigiosa rivista Science che ha considerato il manoscritto meritevole di un rapido processo di diffusione "on line", prima della stampa (First Release: link).

Questa scoperta chiarisce che i meccanismi primari di determinazione del sesso possono essere evolutivamente molto stabili nel tempo anche negli insetti ed apre nuove e interessanti prospettive per lo sviluppo di strategie genetiche mirate al controllo di queste specie dannose per l'agricoltura basate su metodi che riducano il potenziale riproduttivo delle popolazioni locali (rilascio di soli maschi sterili oppure di maschi fertili ma in grado di produrre solo figli maschi).

Hanno contribuito molto significativamente al successo del progetto anche, i professori Marco Salvemini (co- primo autore), esperto di trascrittomica ed analisi dei genomi, ed Ennio Giordano, esperto di genetica della Drosophila, entrambi professori di Genetica del Dipartimento di Biologia della Federico II, cinque tesisti e il dottorando Pasquale Primo del laboratorio del Professore Saccone, i dottori Luigi Vitagliano (che ha contribuito anche alla stesura del manoscritto), Alessia Ruggiero e Simona Monti, ricercatori dell'Istituto di Biostrutture e Bioimmagini del CNR, esperti in biologia strutturale e biochimica delle proteine.


Redazione

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