Il microbioma intestinale e gli acidi grassi a corta catena

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La Dieta ispirata al modello mediterraneo migliora il metabolismo del glucosio, la sensibilità all'insulina e la composizione e funzionalità del microbioma intestinale in una popolazione di individui sovrappeso ad elevato rischio cardio-metabolico. Lo dimostra uno studio di intervento effettuato nell'ambito di un progetto europeo, condotto da ricercatori dell'Ateneo federiciano.

La ricerca, appena pubblicata sulla rivista scientifica Clinical Nutrition, evidenzia come l'adesione ad una dieta ispirata al modello mediterraneo migliora il metabolismo del glucosio e la sensibilità all'insulinanel periodo postprandiale attraverso la modifica del microbiota intestinale e l'incremento dei livelli plasmatici di acido butirrico, prodotto della fermentazione della fibra alimentare ad opera del microbiota.

Questo studio fa parte del progetto europeo DINAMIC – (Diet-induced Arrangement of the gut Microbiome for Improvement of Cardiometabolic health) i cui primi risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista Gut. Lo studio è stato effettuato dal gruppo di ricerca costituito dalla professoressa Angela Albarosa Rivellese e dalla dottoressa Marilena Vitale del Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia Federico II e dalla dottoressa Rosalba Giacco dell'Istituto di Scienze dell'Alimentazione del CNR, insieme al gruppo di ricerca del professor Danilo Ercolini e professoressa Paola Vitaglione del Dipartimento di Agrariai Federico II, gruppi afferenti anche alla Task Force di Ateneo per gli Studi sul Microbioma (www.tfm.unina.it).

I ricercatori hanno valutato in individui sovrappeso/obesi gli effetti di una dieta basata sul modello mediterraneo rispetto ad una dieta di controllo sul metabolismo glicidico postprandiale. I risultati principali della ricerca mostrano che la dieta Mediterranea migliora il metabolismo postprandiale prevenendo l'aumento eccessivo della glicemia e dell'insulinemia, che, a lungo andare, può condizionare un maggiore rischio per il diabete e le malattie cardiovascolari.Inoltre, per la prima volta, si dimostra che questi effetti metabolici sono legati ad una modifica della composizione del microbiota intestinale, in particolare all'aumento dell'abbondanza relativa di batteri capaci di fermentare la fibra e ad un aumento dei livelli plasmatici dell'acido butirrico prodotto da questi batteri. In particolare, l'aumento dell'acido butirrico sembra essere strettamente legato al miglioramento della risposta metabolica postprandiale e alla maggiore efficacia dell'azione dell'insulina.

La Dieta Mediterranea, oltre ad altri effetti positivi già precedentemente evidenziati, agisce specificamente ed in maniera positiva anche sul metabolismo glicidico postprandiale, contribuendo, anche in questo modo, alla riduzione del rischio di diabete, infarto del miocardio e delle altre malattie cardiovascolari. 


Redazione

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