Tracce di antibiotici per uso veterinari in 56 campioni di latti commerciali

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Presenza di tracce di antibiotici e di altri prodotti per uso veterinari presenti in 56 campioni di latti commerciali. Questo il risultato di uno studio condotto dal gruppo di ricerca coordinato dal professore Alberto Ritieni e i suoi collaboratori, dottoresse Luana Izzo, Giulia Graziani e Anna Gaspari del Laboratorio di Chimica degli Alimenti del Dipartimento di Farmacia dell'Ateneo federiciano, in stretta collaborazione con il Dipartimento di Farmacia dell'Università di Valencia (Spagna), che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista del settore quale Journal Dairy Science.

Il latte è un alimento fondamentale nell'alimentazione umana per le sue proprietà nutrizionali e perché considerato una delle eccellenze per coprire i fabbisogni energetici e nutrizionali specie dei più piccoli per il loro accrescimento. Tuttavia, occorre rispettare i parametri di utilizzo e di sospensione di farmaci veterinari che si usano per la salute degli animali destinati alla produzione di latte, in caso contrario lo stesso diventa un veicolo di esposizione a queste molecole indesiderate di origine umana Questo studio descrive un nuovo protocollo analitico per identificare contemporaneamente 24 residui di farmaci veterinari, nonché 30 fra le più pericolose e comuni micotossine tipiche della matrice latte, mediante l'uso di cromatografia liquida ad altissime prestazioni accoppiata con spettrometria di massa ad alta risoluzione (UHPLC-Q-Orbitrap HRMS). I campioni di latte, estratti con una procedura QuEChERS, evidenziano la presenza di residui di farmaci veterinari nel 49% dei campioni analizzati in un intervallo compreso tra 0.007 e 4.530 ng/mL, nessuna delle micotossine ricercate è stata ritrovata al di sopra dei limiti di rivelabilità strumentale. Pur essendo tutti i campioni analizzati conformi ai limiti di legge (Regolamento CE n. 37/2010), le analisi condotte rilevano fino a sette residui in tracce di farmaci veterinari, delle classi di farmaci antibiotici, FANS, corticosteroidi, antielmintici e antiprotozoici. In particolare, tra gli antibiotici, l'amoxicillina risulta presente in 10 campioni nell'intervallo tra 1.200 e 1.680 ng/mL e in un solo campione di latte vi era una concentrazione dell'antibiotico benzilpenicillina procaina pari a 4.53 ng/mL ovvero appena superiore al limite stabilito di 4 ng/mL.

La copresenza di residui di farmaci veterinari nello stesso campione genera un effetto additivo se non addirittura sinergico su chi consuma questi prodotti. Inoltre, l'analisi untarget ha permesso di identificare, con una elevata frequenza, in questi latti ulteriori antibiotici e sostanze farmacologicamente attive. I dati dimostrano che una matrice alimentare così importante come è il latte, può veicolare residui di antibiotici che espongono il microbiota umano ad una inattesa pressione selettiva che potrebbe originare una forma di antibiotico resistenza cosa che specie nelle popolazioni fragili sarebbe meglio evitare come pericolo. Questo nuovo metodo analitico, robusto, veloce, versatile e applicabile a 54 differenti principi tossicologicamente attivi, può candidarsi come ulteriore strumento per un monitoraggio continuo e più sensibile della filiera del latte al fine di ridurre i pericol, e di conseguenza, abbattere i livelli di rischio da esposizione sub-cronica, che si osserverebbe specie nelle popolazioni dei neonati e dei bambini.
 

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