Una forma tattile di olfatto

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Recenti studi sui meccanismi di comunicazione chimica in ambiente acquatico mettono in crisi la tradizionale distinzione tra i sensi chimici (olfatto e gusto) basata su criteri spaziali. L'olfatto è tradizionalmente considerato un senso "a distanza", mentre il gusto è generalmente trattato come un senso "per contatto". Tale distinzione paradigmatica, basata su criteri spaziali, e sulla quale si fonda gran parte della attuale letteratura su anatomia, fisiologia e genetica dell' olfatto, è stata messa in discussione in un articolo di prospettiva già pubblicato nel 2014 sul giornale Frontiers in Chemistry.

Secondo tale nuova prospettiva, passando dall'ambiente aereo a quello acquatico può osservarsi una inversione nella portata a distanza dell'olfatto, in particolare quando i segnali olfattivi sono volatili ma in solubili in acqua.

Questa nuova visione anticipava e creava le premesse per il recente riscontro empirico pubblicato a marzo 2017 nei Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America (PNAS), il quale sfida l'attuale letteratura sulla chemiorecezione in ambiente acquatico, secondo cui il mondo olfattivo di crostacei e pesci è limitato alla sola percezione a distanza di sostanze solubili in acqua.

Composti noti per contribuire all'odore di piante terrestri come la curcuma e la mirra, sono stati i solati anche in animali acquatici che li utilizzano come armi chimiche difensive.

La ricerca mostra che un comune gamberetto (Palaemon elegans) e il pesce zebra (Daniorerio) possono percepire l'odore di tali sostanze volatili e insolubili in acqua, ma solo dopo averle toccate.

Si dimostra, inoltre, che l'apprendimento evitativo gioca un ruolo fondamentale nella discriminazione tattile degli odori difensivi.


Redazione

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