Nuovo ospite al Museo Zoologico: l'orice dalle corna a sciabola

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L'arduo lavoro di ricognizione e recupero dei reperti presenti nei "locali deposito" del Museo Zoologico del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche della Federico II, ha portato al ritrovamento di ulteriori storici che, restaurati, il visitatore oggi può osservare, avendo restituito loro il ruolo di messaggeri di conoscenza.

Un esemplare di Orice dalle corna a sciabola (Oryx dammah), specie di orice che in passato viveva in tutto il Nord Africa, prima di essere cacciato fino all'estinzione allo stato selvatico per via delle sue corna. Considerato, fin dal 2000, dall'IUCN, l'ente per la conservazione della natura, estinto in natura, è sopravvissuto solo in zoo e aree recintate protette ed allevato nei ranch del Texas. Allo stato selvatico era un animale perfettamente adattato all'ambiente desertico, sopportando senza danno temperature e condizioni ambientali proibitive.

La Lontra del Capo (Aonyx capensis), conosciuta anche come Lontra dalle guance bianche o Lontra senza unghie africana, seconda specie di lontra d'acqua dolce più grande dopo la Lontra di fiume gigante sudamericana (Pteronura brasiliensis lunghezza 1.8 m), che può superare, compresa la coda, il metro di lunghezza. Questa specie appare per la prima volta nella documentazione fossile durante il Pleistocene. Aonyx è strettamente legato all'estinta Lontra gigante sarda, Megalenhydris.

Il Pecari gigante (Pecari maximus), la specie più grande fra le specie di Pecari che vive unicamente in Brasile, nelle giungle compresi tra i fiumi Madeira e Tapajós. I pècari vengono spesso confusi con i cinghiali (Suidi), con i quali sono solo lontanamente imparentati in quanto fanno parte di un'altra famiglia (Taiassùidi). La storia evolutiva di questa famiglia è molto antica e risale probabilmente all'Eocene superiore (circa 35 milioni di anni fa). Caratteristica peculiare dei Pecari è la presenza, unica tra gli Artiodattili, di tre sole dita negli arti posteriori. Altra peculiarità è la presenza di una ghiandola odorifera situata sul dorso e di mammelle con due soli capezzoli nelle femmine.

La piccola Gazzella dorcade o Gazzella del deserto (Gazella dorcas), tipica specie deserticola, conosciuta sin dall'antichità, oggi in grave pericolo di estinzione, un tempo largamente diffusa nell'Africa settentrionale e nell'Arabia; in natura ne rimangono 35.000-40.000 capi. Le popolazioni del Sahara per descrivere e decantare le bellezze di una fanciulla utilizza spesso paragoni con questo animale, per la grazia dei suoi movimenti e per la delicatezza della struttura. In questi luoghi è il simbolo della bellezza e della purezza, il suo nome arabo è "rimmel", in riferimento ai suoi grandi e bellissimi occhi, dall'espressione estremamente languida ed ingenua, da qui il noto nome del mascara occidentale.

Il cucciolo di Cammello (Camelus bactrianus) che, a parte piccoli gruppi che vivono allo stato selvatico, è oggi un animale completamente addomesticato, inserito nella lista rossa IUCN delle specie minacciate. Il suo habitat naturale sono le regioni aride, dal deserto del Gobi alle steppe siberiane. Fra gli Artiodattili è una delle specie più grandi. Può raggiungere i 3-4 metri di lunghezza, l'altezza da terra alla punta della gobba raggiunge anche i 2-3 metri e pesa in media 400–500 kg .Ha la capacità di trasportare carichi fino a 450 kg e può percorrere fino a 50 km al giorno senza mai fermarsi anche se ad una velocità ridotta (4 km/h). Riesce a sopportare una perdita di liquidi dal proprio organismo pari al 25% senza nessun danno e a bere e a immagazzinarne fino a 100 l di acqua.


Redazione

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