"Il tempo del covid19", un progetto fotografico degli studenti del DIARC

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"Il tempo del covid19" è il progetto fotografico collettivo che raccoglie i lavori di 104 studenti del DIARC, Dipartimento di Architettura dell'Università Federico II di Napoli che hanno raccontato il loro lockdown.

Il progetto, svoltosi tra marzo e giugno 2020, durante il corso di Rilievo dell'Architettura secondo la modalità della didattica a distanza per l'emergenza Covid-19 e nell'ambito delle esercitazioni previste dalla programmazione didattica, ha coinvolto gli studenti che hanno realizzato un progetto fotografico individuale per raccontare, in venti fotografie, il proprio rapporto con lo spazio domestico in epoca di lockdown.

La fotografia, come linguaggio di rappresentazione, conoscenza, studio e comprensione dello spazio dell'architettura, riveste un ruolo sempre più importante nel percorso di studi universitari specifici. Di ciò sono convinti Massimiliano Campi, ordinario del corso di Rilievo dell'Architettura presso la succitata Università, e Mario Ferrara a cui è stato affidato il modulo di Rappresentazione fotografica dell'architettura e dell'ambiente. I docenti, insieme a un team di ricercatori esperti, hanno chiesto agli studenti di definire il modo in cui vivevano la casa in periodo di quarantena, affidando alla tecnica e alla rappresentazione fotografica il linguaggio per veicolare le loro riflessioni. Tale analisi diventano il punto di partenza per individuare scenari architettonici futuri, in un'operazione di ipotesi e concept che saranno affrontati dagli studenti con la supervisione di architetti e docenti di diverse discipline.

Con approcci diversi e personali, i progetti fotografici, curati con la supervisione di Mario Ferrara, hanno contribuito, attraverso gli sguardi dei giovani studenti di architettura, alla memoria della particolare condizione dell'abitare che ha contraddistinto il mondo negli ultimi mesi.

"Durante il periodo che abbiamo appena vissuto, noi tutti abbiamo capito che la funzione dello spazio delle nostre case si è dovuto adeguare per rispondere a molteplici funzioni, tra cui quelle di ufficio, di scuola, di intrattenimento e anche di ambiente di sanificazione e di filtro con l'esterno, facendo scoprire che la pandemia ha ridefinito i concetti stessi dell'abitare. Di ciò se ne sta discutendo molto in ambiti accademici e non, poiché è chiaro che la progettazione architettonica dovrà comunque confrontarsi con i potenziali scenari di emergenza come quello appena passato. Architetti, sociologici e anche psicologi stanno lavorando insieme per ripensare come la casa del prossimo futuro dovrà adeguarsi e avere margini di flessibilità per ridistribuire le sue funzioni e i suoi ambienti.  Lo smart working sarà probabilmente sempre più diffuso nei prossimi mesi e le comunicazioni avverranno sempre di più in remoto tramite le piattaforme digitali: tale condizione ridisegna alcuni luoghi delle nostre case, che devono essere ripensate per rispondere al meglio alle nuove funzioni, adeguandosi rapidamente alle differenti necessità come fanno gli organismi viventi che cercano di adattarsi ai cambiamenti per sopravvivere al meglio" sottolinea il professore Campi.

Attualmente le fotografie sono state raccolte in un sito internet www.iltempodelcovid19.art e in un profilo Instagram www.instagram.com/il_tempo_del_covid19 che, passata la fase di emergenza, confluiranno in una mostra fotografica e un catalogo.


Redazione

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