Sant'Antoniello a Port'Alba

di Maria Raffaella Pessolano

  • La facciata dell'ex convento di Sant'Antoniello a Port'Alba
    La facciata dell'ex convento di Sant'Antoniello a Port'Alba

La storia urbanistica e architettonica dell'insula che ospita il monastero francescano di Sant'Antoniello a Port'Alba inizia molti secoli prima della fondazione della comunità religiosa; superstiti testimonianze della stratificazione millenaria sono venute alla luce nel corso dei saggi condotti in occasione dell'attento restauro delle strutture monastiche che accoglieranno la biblioteca del Polo Umanistico dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Tali testimonianze sia per qualità intrinseca che per valore documentario attestano come il luogo, pur marginale rispetto allo sviluppo dell'insediamento napoletano per molti secoli, sia stato sempre caratterizzato da destinazioni che ne denotano l'importanza leggibile anche nella iterazione delle scelte nelle politiche d'insediamento. Sembra utile, pertanto, impostare lo studio dedicando particolare attenzione al con-testo nel quale, a partire dal Cinquecento, si è inserita la comunità di clarisse, promotrice, a sua volta, di trasformazioni nella trama urbanistica cui si lega la caratterizzazione architettonica delle fabbriche. La clausura, la concorrenza di altri monasteri, le minori risorse economiche delle francescane, i continui interventi nelle fabbriche stratificate conservate finché non erano sul punto di crollare, fanno sì che le diverse sezioni in cui si è sempre articolato il complesso non attingano un rilevante pregio architettonico. Il vero interesse di Sant'Antoniello è legato al restauro che ha messo in luce episodiche tracce di età diverse; lo scritto che segue privilegerà, pertanto, la lettura della stratificazione urbanistica e architettonica.

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Dal volume "Il patrimonio architettonico dell'Ateneo Fridericiano" a cura di Arturo Fratta - fotografie di Riccardo Giordano - Arte Tipografica Editrice

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