L'edificio di via Partenope

di Renato De Fusco

  • L'aula magna dell'ex Facoltà di Economia e Commercio
    L'aula magna dell'ex Facoltà di Economia e Commercio

L'edificio cui è dedicato questo breve saggio non ha grandi qualità architettoniche, ma il luogo in cui è ubicato un'area fra le vie Chiatamone e Partenope ci induce, pur con tutta l'attenzione per la vera e propria fabbrica, ad occuparci principalmente del suo contesto storico-urbanistico. Iniziamo col rapporto fra il nostro sito e il mare. In un ispirato articolo del 1900, intitolato appunto Il Mare, Matilde Serao decanta il litorale napoletano suddiviso in tre tratti: il mare del Carmine, quello di S. Lucia e quello di Posillipo; ma dopo aver descritto in termini gai e festosi il secondo, scrive: «Eppure, a breve distanza, tutto cangia d'aspetto. Dalla strada larga e deserta si vede il mare del Chiatamone [...]. Quel piano d'acqua è desolato, è grigio. Nulla vi è d'azzurro e la medesima serenità ha qualche cosa di solitario che rattrista. Le onde si frangono contro il muraglio-ne di piperno con un rumore sordo e cupo; lontano, gli alcioni bianchi ne lambiscono le creste spumanti. A sinistra s'eleva sulla roccia il castello aspro, ad angoli scabrosi, a finestrelle ferrate; il castello spaventoso dove tanti hanno sofferto ed hanno pianto; il castello che cela il Vesuvio. Contro le sue basi di scoglio le onde s'irritano, si slanciano piene di collera e ricadono bianche e livide di rabbia impotente. Quando le nuvole s'addensano sul cielo e il vento tormentoso sibila fra i platani della villetta, allora la desolazione è completa, è profonda [...]. È il mare del Nord, con la sua mestizia, la sua vastità deserta, i suoi scogli lacerati, il metro piangente dell'onda; è il Nord coi suoi fantasmi, con le sue nebulosità. È il mare che Dio come dice la vecchia leggenda ha fatto per i malinconici, per gli ammalati, per i nostalgici, per gl'innamorati dell'infinito» [M.Serao, Il Mare, in AA.VV., Napoli d'oggi, Luigi Pierro Editore, ivi 1900, p. 14]. La villetta cui accenna il brano citato, che acquisterà col tempo vari nomi, è il nucleo centrale di quella che sarà la futura Facoltà di Economia e Commercio. L'accento particolarmente cupo di questo tratto di costa altri autori lo definiranno al contrario «luogo di delizie» è motivato in gran parte dall'orografia. Già il suo nome risuona un po' sinistro: «Chiatamone è l'adattamento italiano, attraverso successive variazioni fonetiche, della voce greca platamón, che indica una roccia marina scavata da grotte: e tale fu l'aspetto, per secoli, dell'attuale strada.

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Dal volume "Il patrimonio architettonico dell'Ateneo Fridericiano" a cura di Arturo Fratta - fotografie di Riccardo Giordano - Arte Tipografica Editrice

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