Monte Sant'Angelo

di Fabio Mangone

  • Edificio dei Centri comuni del Complesso di Monte Sant'Angelo
    Edificio dei Centri comuni del Complesso di Monte Sant'Angelo

Il complesso di Monte Sant'Angelo rappresenta il più importante traguardo del partecipato e faticoso dibattito sul decongestionamento universitario, avviato a fine anni Sessanta. Se, a livello di Ateneo, la determinazione dell'allora rettore Giuseppe Cuomo e di un folto gruppo di docenti riuscì alla fine a piegare le non labili resistenze interne rispetto all'ipotesi di un nuovo polo collocato al di fuori del centro storico, non meno complessa risultò la vicenda urbanistica e amministrativa. Per l'area, allora quasi completamente agricola, di Monte Sant'Angelo venne stabilita una destinazione universitaria nel Piano regolatore generale presentato nel 1969 e adottato nel marzo 1970, ma l'ipotesi fu poi stralciata prima della finale approvazione nel 1972. Solamente con una successiva variante, del 1975, la zona fu restituita alla destinazione universitaria ipotizzata: nell'ambito della vasta area collinare, poi, la Soprintendenza ai Monumenti individuava in prossimità delle strade di accesso (via Cintia e via Terracina) e in prossimità del recente complesso residenziale privato (Parco San Paolo)un più ristretto perimetro irregolare all'interno del quale si poteva costruire, e dunque concentrare gli edifici universitari. La zona circostante, comprendente anche la sommità della collina, più ricca di valori paesistici, avrebbe dovuto rappresentare un vasto parco a servizio del complesso: ma proprio qui, immediatamente al di fuori del perimetro individuato, si andranno a sviluppare una serie di costruzioni abusive, che renderanno per opportunità ed economia della procedura impossibile espropriare anche l'area da destinare a parco.

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Dal volume "Il patrimonio architettonico dell'Ateneo Fridericiano" a cura di Arturo Fratta - fotografie di Riccardo Giordano - Arte Tipografica Editrice

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