La chiesa di San Demetrio e Bonifacio

di Teresa Colletta

  • Interno della chiesa di San Demetrio e Bonifacio: l'abside e l'altare maggiore
    Interno della chiesa di San Demetrio e Bonifacio: l'abside e l'altare maggiore

La chiesa di San Demetrio e Bonifacio, oggi Aula Magna della Facoltà di Architettura, ha avuto una storia architettonica difficile per la complessa situazione urbanistica in cui viene ad inserirsi nei primi anni del Settecento, che non ha trovato compiuta soluzione negli anni successivi. E' fin troppo noto come a Napoli l'insediamento monastico abbia avuto sempre punti di grande forza e sia stato un fenomeno in continua espansione fin dall'alto medioevo, ad iniziare dai primi monasteri greci e latini, a cui si aggiungeranno gli ordini mendicanti dopo la metà del Duecento ed i nuovi ordini dopo il Concilio di Trento. Napoli nel Seicento è una città conventuale di riconosciuta valenza ed elevata quantità numerica. Ciò che vorrei sottolineare però è che all'interno della particolare storia urbana dei conventi napoletani, fondata su continui accrescimenti edilizi dal momento della loro fondazione, con successivi acquisizioni e lasciti, ampliamenti e inglobamenti, persino di strade e vichi, oltre che di spazi pubblici e abitazioni di privati, nel caso della fabbrica religiosa di San Demetrio e Bonifacio, ci ritroviamo in presenza di un caso che potremmo definire anomalo nel panorama della storia religiosa conventuale napoletana. Nella vicenda di cui ci occupiamo ci si presenta infatti un caso di frazionamento di una grande proprietà monastica benedettina con successive vendite a privati, nella spinta demografica nobiliare che si verificò a Napoli tra Quattrocento e Cinquecento.

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Dal volume "Il patrimonio architettonico dell'Ateneo Fridericiano" a cura di Arturo Fratta - fotografie di Riccardo Giordano - Arte Tipografica Editrice

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